Sono toscane, si sono spostate a
Roma e si sono stabilizzate a Copenaghen. Questo il cammino delle
Rome In Reverse a livello di distanze, quello musicale invece risente
più del punto di arrivo che delle altre tappe (nome escluso
ovviamente): c'è infatti nella musica di Antonella (voce,
tastiera e campionamenti), Elena (chitarra) ed Ambra
(visual artist nei live della band) qualcosa dell'algida atmosfera
che ci si aspetta da un paese freddo come la Danimarca, acuito dalle
atmosfere quasi prettamente elettroniche del progetto. Tanto freddo
basterà a scaldare comunque i cuori?
Ad un primo ascolto, e non solo il
primo per la verità, la risposta alla domanda posta sopra è stata
decisamente negativa. Troppo standardizzato il registro dei 10 pezzi
che compongono questo Loop And Reverse
per riuscire ad infondere sensazioni di spicco, troppo monocorde la
voce di Antonella per riuscire a riscaldare l'atmosfera che si viene
a creare. Brani come “Be The Sun”
da questo punto di vista non aiutano, visto che è probabilmente il
brano che meno lascia scaturire un'ariosità che, ascolto dopo
ascolto, emerge fra le pieghe del disco: sono brani come “In
The Middle” e “Slowly”
(ottima la virata più articolata e “suonata” nella seconda parte
di quest'ultima) a lasciare intravedere qualche raggio di sole in un
quadro altrimenti esageratamente asettico, in cui il minimalismo
sonoro diventa una croce più che un vanto. Ben vengano quindi gli
inserti che ogni tanto variano il quadro generale, come il basso che
aiuta a dare incisività al finale della conclusiva “The
Light Is Coming Up” o la
struttura che alterna momenti di vuoto a ritmiche accattivanti
dell'azzeccata “I'm Here But You Don't See Me”,
brano in cui anche per un utilizzo più sussurrato e sensuale della
voce emergono parentele con le atmosfere lisergiche delle Warpaint
più minimali...un'associazione che viene spontaneo fare anche dopo
l'ascolto della luminosa “Loverdose”.
Non
convincono granché invece i singoli estratti dal disco, ma se “I
Have Your Smell”
conserva un po' di fascino col suo lento progredire “I
Want Your Love”,
di contro, rappresenta uno degli episodi in cui il gelo elettronico
stoppa qualsiasi tipo di empatia musicale.
Mescolando il trip-hop con ariosità più vicine a rarefazioni
shoegaze le Rome In Reverse riescono a creare un sound piuttosto
personale ma ancora acerbo, incapace di coinvolgere emotivamente in
troppi episodi e con una voce che, pur piacevole, non riesce a
risultare un elemento di spicco come sarebbe necessario: vedremo se
in futuro le tre ragazze riusciranno a portare una dose maggiore di
calore nostrano nelle fredde lande danesi.
Label: Autoproduzione
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