sabato 12 marzo 2016

Minnie's - Lettere Scambiate (Recensione)

Nonostante una carriera che dura da ormai vent’anni per me i Minnie’s sono stati una scoperta recente, almeno a livello d’ascolto visto che il nome mi era già noto da parecchio tempo. Come per altre band galeotto fu un live (ho scoperto così, un paio di settimane fa, pure i Valentina Dorme, ed anche in questo caso sono in ritardo di più di un decennio), durante il quale ho avuto modo di apprezzare appieno la miscela di punk e melodia proposta dal gruppo milanese: hardcore melodico, si diceva una volta, ma nel caso dei Minnie’s è soprattutto la seconda anima a prevalere ed i quattro brani di questo Lettere Scambiate confermano in toto quest’impressione.
Partiamo dalle note dolenti per una volta, ovvero la lunghezza dei pezzi. Le melodie ricreate dai quattro componenti della band sono coinvolgenti, sia quando calcano su di un’abrasiva malinconia come nell’iniziale E Ora? che quando preferiscono ammorbidire il tiro in Voglio Scordarmi Di Me (dove nelle strofe si sente l’inaspettata influenza dei Cure più poppeggianti, quelli di canzoni come In Between Days e Just Like Heaven per intenderci) e Per Andare Via, ma se nel primo caso le cose filano lisce, grazie all’energia dei ritornelli ed un testo particolarmente azzeccato, qualche scricchiolio si avverte a più riprese nei seguenti brani. Meno evidente in Voglio Scordarmi Di Me, dove un arrangiamento piuttosto vario riesce a mitigare il senso di deja-vu che assale ogni volta che si ripete un ritornello non particolarmente entusiasmante, la sensazione che i Minnie’s cerchino di dilatare i tempi oltre il necessario si fa forte in Per Andare Via, dove gli intermezzi strumentali non aggiungono granché e l’arpeggio atmosferico finale sembra spaiato rispetto a tutto il resto (per quanto apprezzabile se preso a sé stante).
La chiusura con Lontano, coi suoi otto minuti abbondanti di durata, si prefigura come un’estremizzazione del concetto appena espresso, e per una buona parte del brano è infatti così. La prima metà del pezzo, ripetitiva e poco fantasiosa, lascia infatti ben poche impressioni positive ma è il rallentamento che coincide con l’inizio della seconda parte a presentare sorprese: scarna in molti frangenti ma abrasiva quando la voce si fa tagliente questa parte del pezzo mette in luce una capacità di dire tanto con poco che si palesa nettamente meglio rispetto al resto dell’ep, lasciando sensazioni piacevoli anche nel lungo outro. E’ un peccato che quest’anima della band si palesi solo in chiusura, visto quanto riesce a far svoltare una canzone che sembrava aver poco da dire e quanto avrebbero necessitato di una verve simile i due brani precedenti.
La soddisfazione principale che provo alla fine dell’ascolto di questo Lettere Scambiate, al di là dell’apprezzamento dei singoli brani, è dovuta al piacere di vedere una band che dopo una così lunga carriera è ancora vogliosa di mettersi in gioco. I quattro pezzi dell’ep non sono perfetti ma gettano le basi per una ricerca sonora che, se sviluppata a dovere, può proiettare i Minnie’s ben aldilà di uno scenario punk spesso fin troppo stantio, in una maniera forse non dissimile da quanto già fatto dal Dani delle Pornoriviste coi suoi Yokoano.

Voto: ◆◆◆◇◇
Label: To Lose La Track\ Ammonia Records




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