Nonostante una carriera che dura
da ormai vent’anni per me i Minnie’s sono stati una scoperta recente, almeno a
livello d’ascolto visto che il nome mi era già noto da parecchio tempo. Come
per altre band galeotto fu un live (ho scoperto così, un paio di settimane fa,
pure i Valentina Dorme, ed anche in questo caso sono in ritardo di più di un
decennio), durante il quale ho avuto modo di apprezzare appieno la miscela di
punk e melodia proposta dal gruppo milanese: hardcore melodico, si diceva una volta, ma nel caso dei Minnie’s è
soprattutto la seconda anima a prevalere ed i quattro brani di questo Lettere
Scambiate confermano in toto quest’impressione.
Partiamo dalle note dolenti per
una volta, ovvero la lunghezza dei pezzi. Le melodie ricreate dai quattro
componenti della band sono coinvolgenti, sia quando calcano su di un’abrasiva
malinconia come nell’iniziale E Ora? che
quando preferiscono ammorbidire il tiro in Voglio
Scordarmi Di Me (dove nelle strofe si sente l’inaspettata influenza dei Cure più poppeggianti, quelli di
canzoni come In Between Days e Just Like Heaven per intenderci) e Per Andare Via, ma se nel primo caso le
cose filano lisce, grazie all’energia dei ritornelli ed un testo
particolarmente azzeccato, qualche scricchiolio si avverte a più riprese nei
seguenti brani. Meno evidente in Voglio
Scordarmi Di Me, dove un arrangiamento piuttosto vario riesce a mitigare il
senso di deja-vu che assale ogni volta che si ripete un ritornello non
particolarmente entusiasmante, la sensazione che i Minnie’s cerchino di
dilatare i tempi oltre il necessario si fa forte in Per Andare Via, dove gli intermezzi strumentali non aggiungono
granché e l’arpeggio atmosferico finale sembra spaiato rispetto a tutto il
resto (per quanto apprezzabile se preso a sé stante).
La chiusura con Lontano, coi suoi otto minuti abbondanti
di durata, si prefigura come un’estremizzazione del concetto appena espresso, e
per una buona parte del brano è infatti così. La prima metà del pezzo,
ripetitiva e poco fantasiosa, lascia infatti ben poche impressioni positive ma
è il rallentamento che coincide con l’inizio della seconda parte a presentare
sorprese: scarna in molti frangenti ma abrasiva quando la voce si fa tagliente
questa parte del pezzo mette in luce una capacità di dire tanto con poco che si
palesa nettamente meglio rispetto al resto dell’ep, lasciando sensazioni
piacevoli anche nel lungo outro. E’ un peccato che quest’anima della band si
palesi solo in chiusura, visto quanto riesce a far svoltare una canzone che
sembrava aver poco da dire e quanto avrebbero necessitato di una verve simile i
due brani precedenti.
La soddisfazione principale che
provo alla fine dell’ascolto di questo Lettere Scambiate, al di là dell’apprezzamento
dei singoli brani, è dovuta al piacere di vedere una band che dopo una così
lunga carriera è ancora vogliosa di mettersi in gioco. I quattro pezzi dell’ep
non sono perfetti ma gettano le basi per una ricerca sonora che, se sviluppata
a dovere, può proiettare i Minnie’s ben aldilà di uno scenario punk spesso fin
troppo stantio, in una maniera forse non dissimile da quanto già fatto dal Dani
delle Pornoriviste coi suoi Yokoano.
Voto: ◆◆◆◇◇
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: To Lose La Track\ Ammonia
Records
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