sabato 26 febbraio 2011

Maybe I'm - We Must Stop You (Recensione)

Ogni volta che dico - il blues non mi piace - mi prendo automaticamente degli insulti che spaziano dal "non capisci un'H di musica" a "il blues è tutto e tu sei un ignorante".
A parte Robert Johnson, il blues mi annoia, non ci trovo nulla di interessante, perché troppo ripetitivo come genere. Purtroppo non riesco a riempire le mie giornate di blues, ma da un paio di mesi ascolto i salernitani Maybe I'm, che mi hanno fatto capire che il "blues" in fin dei conti può essere ancora molto attuale, che lo spirito del bluesman esiste ancora, ma solo se questo diventi ricco di nuovi elementi. "We Must Stop You" è un album che mi ha rapito, perché fonde al suo interno tante sonorità dal Folk al Lo-Fi, fino a toccare il blues africano. Un lavoro a tratti desertico, e in certi sensi esistenziale, distante dalle mode e da stilemi di cui le masse sono abituati a facogiatare. Sin dal primo brano sembra di tornare indietro nel tempo, con suoni un po' freak se vogliamo, la voce di Ferdinando Farro è profonda ed insieme ad un riff di chitarra e percussioni, verso il finale esplode, il rito iniziatico giunge verso la fine con suoni tribali, di bonghi e synth. "Fall" la seconda traccia che spiazza l'ascoltatore per il suo canto malinconico, quasi fosse un brano di Chino Moreno. Si prosegue con un brano alla Devendra Banhart, fino ad arrivare a "Pail Full of Water" che ci riporta alla mente il Mark Lenegan alle prese con le "Desert Session". Mentre la quinta traccia "A Secret Lake" è il brano più riuscito, dove troviamo una arpeggio di chitarra accompagnato da una voce malinconica e con sprazzi di violino, echi di gong, chitarra elettrica e glockenspiel che riempiono di pathos il paesaggio, dove sembra di essere in montagna al buio. Ma il livello più alto di questo lavoro viene raggiunto in "Carpet and Drainage" dove a cantare in inglese sembra Nick Cave in persona, anche per l'incisività della musica.

Come sempre la Jestrai si dimostra una delle etichette più importanti in Italia. Un etichetta che ha il coraggio di insistere con gruppi emergenti e generi poco in voga, in un paese dove fare cultura oggi sta diventanto sempre più un impresa.

Label: Jestrai Records
Voto: ◆◆◆◆◆

Un video del precedente album:

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