I Three in One Gentleman Suit dopo otto anni di attività, tre dischi ben realizzati e persino un tour in Cina, tracciano una linea di demarcazione piuttosto netta tra il loro passato e l'attuale presente. Più che di maturità potremmo parlare di rivoluzione tesa a reinventare loro stessi senza svendere la propria natura. Infatti “Pure”, quarto album del terzetto emiliano, avvalendosi di due sicurezze dell'ambiente musicale italico come Giulio Ragno Favero (One Dimensional Man, Teatro Degli Orrori) e Giovanni Ferliga (Aucan) in cabina di registrazione, si sposta su territori inesplorati. Con l'entrata in scena di sintetizzatori, tastiere e sampler, le dinamiche del trio si muovono nell'amalgamare quella personale furia math rock ad elementi elettronici, in una sintesi complessa e decisamente riuscita. Complessa, in quanto l'iniziale senso di smarrimento che potrebbe subentrare sulle prime note di “You Don't Know Foreplay” è scansato via velocemente dalla presa coscienza del fatto che i TIOGS hanno cambiato pelle, usciti dalla crisalide di gestazione nella quale erano rinchiusi ed evolutisi in qualcosa di incredibilmente “puro” come idea di suono e linea. Complesso, perchè seppur diretto come album “Pure” nasconde al suo interno particolari difficilmente scrutabili a primo ascolto e che ad ogni nuovo lasciano cogliere accenti e colori diversi in una cornice barocca che mai ti aspetteresti. La prova del caleidoscopio di idee ed intuizioni può darla una tracklist che avvicenda momenti melodici d'inclinazione wave (Green Riot) a post-hc e math rock (GB's Deerhunting, Born Nihilistic), pieghe art rock (Uncoming Poets) a post- battlesiani (In The Neighborhood) fino alle derive emo delle conclusive "Mountains vs Plains" e "Ode to the Hometown". La vena decostruttivista è rimasta come anche il post rock di base (seppur decisamente lontano dalle tendenze di oggi) ma la svolta della band è tangibile sin dal primo minuto d'ascolto. Basterebbe prendere in considerazioni l'idea astratta di un'improbabile unione tra Super Elastic Bubble Plastic (da ricercare in un cantato carico di passione) ed Aucan (non a caso la presenza di Ferliga...) come se questi ultimi, armati di furia hc e chitarre dal risvolto abrasivo, ostentassero la propria visceralità in un contesto più ampio di quello elettronico, per immettere nel nostro immaginario, una sorta di idea di base con la quale approcciarci a questo lavoro. A stupire, oltre alla gran cura dei singoli elementi, è quanto audaci siano stati i tre giovani emiliani nel non lasciarsi andare alle lusinghe del passaggio alla lingua italiana (mantenendosi ora più che mai in un contesto d'esportazione), nel rinnovarsi preservando la propria identità costruita negli anni e nel fare tutto ciò con incredibile umiltà rilasciando questo lavoro in download gratuito sul proprio sito. Nessun cambio di formazione eppure i TIOGS sembrano una band tutta nuova. Non parliamo di un capolavoro ma sicuramente di un ottimo disco per palati di ogni tipo.
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