martedì 8 febbraio 2011

Le Scimmie - Dromomania (Recensione)

Allora vediamo un po' di mettere su questo Dromomania. Rancho de la Luna, località Joshua Tree, eccoci catapultati nel bel mezzo di una delle mirabolanti Desert Session organizzate dal buon Josh Homme... no aspetta fammi controllare un pò, fammi leggere un po' di info... Angelo Xunah Mirolli e Mario Serrecchia, rispettivamente chitarra e batteria, località Vasto.

Dromomania scorre dritto, liscio, un Martini agitato non mescolato alla Bond maniera. Scariche impulsive di rock, grunge, doom, stoner, non saprei come definirlo e forse, per una volta, è anche meglio non farlo. E' tanto che non sentivo una band italiana suonare così, ma anzi è forse meglio dire che è tanto che non si sentiva una band di qualsivoglia origine suonare così, persi nel mezzo delle miliardi di band di indie-poser che imperversano in ogni dove.Le Scimmie invece ti prendono e ti trascinano nel loro mondo, un tunnel profondo da attraversare, un viaggio strumentale di 25 minuti. Un viaggio in cui si nasce (la prima traccia 0000) per poi alla fine trovarsi con la paura di tornare indietro, a casa (Nostofobia). Ed ecco che così come il dromomane vede nel camminare un modo per liberare la propria mente da tutti i pensieri che lo affliggono (cit.wikipedia) così noi troviamo nell'ascolto di Dromomania un momento di distacco da tutto il resto. Sdraiati, una bella sigaretta, un goccio di qualcosa di vostro gradimento, è cosi che si gode al meglio di quest'album, un concept basato sul cammino dell'uomo attraverso l'esistenza. Senza bisogno di orpelli inutili di post-produzione o di tecnicismi da shredder della domenica, e senza neanche bisogno di una voce a condire il tutto. Solo la musica a fare da guida, come un Virgilio nell'Inferno dantesco. Un disco che merita più ascolti per essere compreso al meglio, inizialmente potrebbe risultare anche un po' troppo lineare (soprattutto a chi come me ha un orecchio allenato da ore di post-rock e suite pazzoide dei Mars Volta) ma che nei successivi ascolti da il meglio di sè e altro non si vuole alla fine che metterlo su un'altra volta.


Autoproduzione
Voto: ◆ ◆ ◆

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