
Questa quarta prova (l'ultimo lampo era il deludente "My Riot" del 2006) conferma una band ancora ben piantata nel filone neo-streetpunk (per capirci quello di Street Dogs, Lars Frederiksen and the Bastards, Far From Finished e se vogliamo US Bombs), segna un indurimento di suono e comunque non raggiunge assolutamente l'apice toccato con il debut e col secondo "1984". Questo "Gotta get up now", uscito per la crucca Peolpe Like You , è un disco tuttosommato fatto di alti e bassi con una produzione eccessivamente dura, curata da Johnny Rioux degli Street Dogs. L'opening "Stand up and fight" ricorda i Dropkick Murphys più randelloni con i cori uligani fusi col classico cantato sbiascicone di Roger. A volte fà capolino la tarantella skincore/Uk'82 ("The Enemy" e "Outcast Youth") con i Clash di Give 'em enough rope sempre nel cuore. Gli Stiff LIttle Fingers di una volta si bevono una pinta con i One Man Army di oggi ascoltandosi insieme Rudie Can't fail e nel post-sbronza partoriscono il titolo dell' album ("Gotta get up now"). La lezione delle bands punk/Oi inglesi degli 80's è sempre tatuata nel cuore dei rudies nuiorchesi e così capita di riascoltare i Blitz e i Condemned ("Faded" e "tales of a short-haired boy"), i Red Alert e gli Skrewdriver in salsa antirazzista ("Knockle a brawler"), gli Sham 69 di The Game ed i Ruts più spinti ("Road To Nowhere"). Il tanfo di benzina delle chevy customizzate si mischia alla puzza di piscio dei vicoli della Londra del Roxy e del 100's ("City Soldiers" e "Red White And Blue"). Dita puntate al cielo, sudore e pogo come si faceva una volta scuotono trasversalmente la memoria dei tempi andati, quando si usciva in strada ad ascoltare Ramones e New York Dolls con i ghetto blasters, prima di andare al CBGB's e gli unici problemi erano trovare la roba ed il cibo per il pittbull. In chiusura del disco appare come per magia un fruscio , il desperate country'a'billy può riconciliare con l'amore e la famiglia anche il più recidivo dei teppisti ("Jr").
Come sempre gioia e dolore sono le liriche banali e bullette di Miret . Denti sputati e mazzate, amici seppelliti, lealtà, odio per i ricchi e per i politici, doc.Martens 'mbaccio ai denti e disillusione per il futuro...un lancio di dadi può essere la metafora perfetta di una vita di stenti. Non sarà un poeta ma parla col cuore e per chi sulla strada ci è nato e da essa ha imparato quelle quattro, cinque regole che ancora lo mantengono in vita può risultare una manna dal cielo, anzi dall' inferno.
Label: People Like You
Voto: ◆◆◆◇◇
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