martedì 31 maggio 2011

Crimen - Lies Ep (Recensione)

Chi fa da sé fa per tre. E chi fa da sé così bene è più che meritevole di ritagliarsi una buon seguito di adepti e di essere citato come uno dei gruppi italiani più sottovalutati e misconosciuti. Sto parlando dei Crimen, band romana nata nel 2007 che, dopo il demo datato 2009, viene contattata dal musicista e produttore americano Mark Kramer (al lavoro già con artisti del calibro di John Zorn, Low, Galaxie 500, Robert Wyatt, Daniel Johnston) e dà alla luce questo Lies Ep. Autoprodotto, autodistribuito, registrato in presa diretta in un unica sessione e rilasciato sotto Creative Commons: parliamo di un'opera di indubbio valore e che meriterebbe molti più apprezzamenti e riconoscenze. Dietro ai Crimen si celano tre musicisti di Roma dai curiosi appellattivi, Visconte Cobram (Patrizio Strippoli), Abominevole Uomo delle Nevi (Fabio Prati) e Cristo Fluorescente (Simone Greco). Questo Ep delinea le caratteristiche di una band cresciuta a suon di pane e anni '90. Il risultato finale è un sunto della miglior tradizione nineties, tra post-rock, no-wave e noise. Un disco degno della Touch and Go Records. Quattro brani, più una intro fuori di testa che conferma in modo significativo le aspettative del titolo “Do Something Strange (and you'll be a conceptual artist). L'hardcore ruvido e trascinante di “P.P. Not Enough” rimanda a band come Bastro o Drive Like Jeuh, e diretto come un pugno allo stomaco, mozza il fiato e ci conduce all'interno di questo Extended Play. Poi è la volta di “Cold Winter Song” una ballad post rock, atmosferica e stupenda come poche. Segue la strumentale “Revolution of the Black Tulip” in bilico tra le due anime dei Crimen, perfetti adepti della scena che meno fu sotto i riflettori negli anni '90. Tra sfuriate noise, riverberi, arpeggi delicati e ritmiche schizofreniche, questa si conferma come la traccia più istintiva della band. La finale “40.000 Lies”, rappresenta il fiore all'occhiello di questo Ep. Con i suoi oltre undici minuti è la perfetta realizzazione di un crescendo d' atmosfera e pathos. Degna dei pezzi più spettrali dei God Machine ai quali la parte iniziale (che regala un reading da pelle d'oca) fortemente rimanda, risorge da un silenzio tenebroso nello sfoderare energie lisergiche e oblianti, allentando la morsa quando meno te lo aspetti e chiudendo con classe Lies. Quello di cui vi ho appena parlato è un lavoro intenso, i quali spunti compositivi seppur sempre presenti ed in piena luce, non rasentano mai il plagio e descrivono una band pienamente ispirata e con una passione sempre vivida e abrasiva. Lavoro godibilissimo e di grande impatto che consiglio indiscriminatamente.


Label: Autoproduzione

Voto: ◆◆◆◆◇

Potete ascoltare e scaricare i Crimen qui

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