Ormai si sa da un pezzo: il "Canada musicale" è terra di grandi sorprese e grandi conferme. Sandro Perri nel corso degli anni, complice la sua spiccata vena trasformista, ha avuto modo di rinascere, evolvere e stupire sotto diverse forme, confermandosi ripetutamente un musicista completo ed eclettico.
Con "Impossible Spaces" (uscito il 5 novembre per Constellation Records) il cantautore canadese continua incessante la sua evoluzione dando un meritato seguito a "Tiny Mirrors" (Contellation Records, 2007), primo full-length firmato con il proprio nome di battesimo.
L'album si presenta fin da subito come un giusto sunto stilistico delle passate esperienze discografiche; qua e là ritroviamo la batteria bossa/jazzata del già citato "Tiny Mirrors" unita a saltuarie digressioni ambient caratteristiche dei lavori a nome Polmo Polpo. I fiati, non nuovi nelle produzioni di Perri, si uniscono sapientemente alle linee di un basso mai domo al contempo fluido e percussivo, che tiene inevitabilmente incollato l'orecchio dell'ascoltatore anche nelle tracce più prolisse (su tutte "Wolfman", piccolo trionfo compositivo ricco di alternanze ed intrecci tra basso, fiati e synth, della durata di oltre 10 minuti, anche se percettivamente sembrano molti meno). Il tutto è piacevolmente accompagnato da una voce morbida e soave, mai scontata e, nonostante strizzi spesso l'occhio a tonalità vicine al falsetto, distante dalle mode del momento. Il risultato è un ottimo disco folk, che si distacca però da gran parte delle produzioni del genere grazie ad una cura negli arrangiamenti e nella scelta delle sonorità che a tratti lascia romanticamente immaginare ci possa essere lo zampino di un Nino Rota in visita a casa Perri, giusto il tempo per un the caldo e un saluto.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Constellation Records
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