Le Gorille – Nautilus (Recensione)

Il trio livornese torna allo scoperto dopo tre anni dal loro debutto, certificato allora dall'omonimo album, con questo ottimo "Nautilus" in uscita il 16 dicembre. Nel frattempo Le Gorille, che devono il nome alla celebre canzone di Georges Brassens che in Italia conosciamo grazie alla versione di De André, hanno suonato molto dal vivo anche all'estero, arrivando fino al Jazz Hot Club di Lione e alla Biennale del Mediterraneo che si tiene a Skopje. Insomma, i ragazzi hanno irrobustito le ossa proseguendo sulla loro strada. Ne è testimone un suono sempre più convincente e personale in grado di cristallizzare un background, non solo musicale ma molto spesso anche cinematografico; molti i generi e i riferimenti che tornano in mente anche all'interno di ogni singolo brano. Un approccio, questo di Le Gorille, che all'ascolto mi ricorda molto quello che gli imprescindibili The Clash adottarono per "Sandinista", un melting pot circoscritto da una forte connotazione stilistica. Provo a fare una carrellata degli episodi che a mio avviso sono i più rappresentativi, tenendo presente che per ognuno mi limiterò a sottolinearne i caratteri più evidenti. Dunque, sicuramente il post-punk di Monolite posto in apertura, il surf disturbato di Gli Aborigeni, Terra del Fuoco tra ska revival e colonne sonore di film italiani anni 60 e 70, il beat di Nautilus, il garage di Alka Selzer, le sperimentazioni frullate di Paradisi Indiani, l'ostinazione de I Sotterranei e il languore di Notte sulla Terra. Su tutto spicca un affiatamento che sembra essere la componente principale di una band in crescita che con "Nautilus" ci consegna un album destinato a rimanere tra le cose da ricordare di questo 2011. Claudio Laucci e Giorgio Ramacciotti si sono offerti di rispondere ad alcune mie domande; trovate il tutto nella sezione Interviews, mentre qui sotto è disponibile una preview che Le Gorille hanno realizzato appositamente per Stordisco.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Autoporduzione