giovedì 2 agosto 2012

Miriam Mellerin - S/T (Recensione)

Rabbia. Paura. Bisogno di riconoscimento?
L'enneatipo dei Miriam Mellerin ha le sembianze di uno stato di angoscia comatosa, interrotto da scatti di rabbiosa elettricità a metà tra un corto circuito e un defibrillatore. Questo power trio pisano ipnotizza con le sue atmosfere poco rassicuranti, con una visione della realtà che non lascia spazio a false speranze e distrugge le illusioni nel tempo di un riff. Che siano canzoni d'amore, come "Parte di me", o rasentino lo schifo pregresso per una società che risuona di ingiustizie arcaiche, come "Ostrakon", chitarra, basso e batteria si accoppiano rumorosamente dando vita a un rock che nasce e muore un secondo prima dell'immediatezza. Le sei corde di Daniele Serani fingono di filare dritte come un treno, ma poi si lasciano distrarre da dissonanze ben più allettanti che il semplice rincorrere il basso di Diego Ruschena, finendo per infrangersi sull'orlo di un attimo di silenzio. E la spinta può generare nuove scosse come sfaldarsi in un'ipnosi di parole e delay.  Danno il meglio di loro nei testi in italiano, carichi di speranze tradite e furia introspettiva come "Stilnovo", un'aspra rivisitazione del buon Cecco Angiolieri

La loro angoscia ti spinge verso quel baratro di paure senza farti pensare che comunque, alla fine, ti butterai da solo.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Autoproduzione

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