In gran spolvero di energia e poetica elettrica, alle porte del nuovo anno, arriva la carica riformata e in accumulo di sguardi e accuse sulla società d’oggi ed i suoi inquilini bistrattati dei lombardi Grenouille, la triage che riadatta il disadattamento a protagonista delle sue artigliate rock sempre quasi mai sotto i rassicuranti passaggi dell’ottimismo dialettico, suoni e pedaliere effervescenti che esplodono a comando come a comando accarezzano ruvidamente le superfici ombrose della realtà.
“Il mondo libero” è il secondo lavoro di questa band indie che rivolta il normale intendere musica con una atmosfera pensante, coinvolgente e legata alla schiettezza nonché al fasto underground di chitarre infiammate e ritmi controversi, tutto l’occorrente per tenere l’ascolto vigile sulla tensione di sfumature e nervosismi intelligenti, mai banali e ovvi; dodici brani comprensivi della rilettura di “Poveri suonatori” di Enzo Jannacci, che istigano una tracklist alla pari di una missione da espletare, dodici brani che giocano d’istinto e di tormento per orecchie in cerca di sensibilità e requisiti fuori dagli ambiti dilettantistici. Disco di accelerazioni e pause, rabbie e sospensioni, brezze e temporali che mostrano un evidente interesse per “l’espettorazione” della sincerità, che unita alla potenza domata dei watt, ne fa un lavoro eccellente, oltre le aspettative e gioco-forza di una sentimentalità spinta.
Un gioiellino rock che sprigiona possibilità di redenzione a tanti che gravitano nelle dabbenaggini dell’alternative, già pronto per l’esportabile e profondamente maturo sul filo immaginario del tratteggio, aperto alla contemporaneità come una finestra aperta sul cuore e sul mondo, spalancato nei sentori degli anni Novanta tricolori dei Karma “D.S.M.”, “Il mondo libero”, “La fine del mondo”, raccolto nella dolcezza eterea di “Binario 21”, consapevole “La droga più pesante” ed uggiosa di “Solo per te stesso”; i Grenouille increspano e raccontano come il dintorno di noi stessi non dovrebbe essere, come la sostanza della musica possa spesso intorbidire l’esistenzialità come del resto ripulire l’aria viziata del consueto, suonano e fanno estetica digrignando denti ma anche sollecitando l’anima a far vedere la sua parte candida oltre i jack e ben più in la dei distorsori.
Il prossimo 2013 ha già il suo disco underground di cui vantarsi come una puttana.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Milano Sta Bruciando
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