venerdì 1 febbraio 2013

Zeus! - Opera (Recensione)

Neuroni in subbuglio e cervello spaccato in due; la grafica del nuovo "Opera" degli italo-esterofili Zeus! non poteva essere più eloquente nel descrivere visivamente cosa si prova ascoltandoli, a 3 anni di distanza dall'omonimo esordio del 2010, che ci ha fatto prendere coscienza delle succulente Giacomo Leopardi e Turbo Pascal, se non pure Suckertorte.
Basta immaginare i pattoniani Tomahawk periodo "Anonymous" portati alle estreme conseguenze e velocità ritmiche, aggiungere una buona dose di Pearson in salsa hardcore californiana e il gioco è presto fatto: ne otteniamo un sound ossessivo, corposo, omogeneo, che spazia da un'inconsueta versione speed metal a prog decostruito, con tutti i tratti necessari e peculiari della sperimentazione d'avanguardia. (lo notiamo dalle uscite synth alla Fantomas che animano alcuni brani come Blast But Not Liszt ed Eroica). È anche vero però che, proprio per questo, non bisognerebbe meravigliarsi: le due teste calde Cavina (basso elettrico) e Mongardi (batteria) si son dati parecchio da fare in tutto questo tempo, pensando bene di associarsi alla statunitense Three One G Records di San Diego, ma soprattutto dando vita ad un agglomerato di suites alternative-metal dove è difficile riconoscere l'inizio e la fine. Undici piccole ma grandi cellule, ognuna impregnata di liquido corrosivo, si uniscono l'una all'altra in un continuum sonoro che picchia duro e non lascia riposare il cuore neanche per un istante. I titoli? Beh, ovviamente ironici ma ultraespressivi, a partire già dall'introduttiva Lucy In The Sky With King Diamond, un baciamano simultaneo ai Beatles e ai Mercyful Fate del prolifico King Diamond; seguono a rotazione incessanti giochi di parole, come provano La Morte Young e Giorgio Gaslini Is Our Tom Araya, due mega-omaggi al padre della scuola minimalista e al jazzista-pianista italiano paragonato, per importanza, alla voce principale degli Slayer. Virtuosismi grindcore e screamo arricchiscono sicuramente Set Panzer To Rock e Beelzebulb, quest'ultima giustamente infernale come da caso richiesto, sembra risvegliare gli Iron Maiden di "Children Of The Damned" o persino il loro capo spirituale occulto Ozzy. Ma sarebbe alquanto riduttivo condurre solamente delle assonanze apparenti col passato heavy, invece che farsi trasportare dall'ondata di nuovo in corso che sa rivisitarsi; ciò calza a pennello con quel che potremmo pensare di Grey Cerebration, probabile quasi sequel di un'altra Famiglia Addams che però cambia continuamente forma e sostanza, delineandosi a momenti sia splatter che elettronica nel suono. E insieme alla pearsoniana Sick And Destroy, la quale sembra strizzare metaforicamente l'occhiolino a un Iggy Pop fase album Raw Power, Decomposition N. !!! vira a tutta forza su diverse scale tonali che creano una marcia isterica verso il nulla, in mezzo a immancabili urla che portano alte la bandiera dell'immediatezza e del bisogno comunicativo, in un mondo dove i valori umani crollano un giorno dopo l'altro.
Se il Punk non è davvero morto, allora qualcuno, per favore, eriga una statua agli ZEUS.

Voto: ◆◆◆
Labels: Tannen Records, Three One G, Offset, Santeria, Audioglobe.


1 comments:

Dave ha detto...

il disco degli Zeus è come un bicchiere di grappa dopo una bella magnata

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Licenza Creative Commons

 
© 2011-2013 Stordisco_blog Theme Design by New WP Themes | Bloggerized by Lasantha - Premiumbloggertemplates.com | Questo blog non è una testata giornalistica Ÿ