Nel 1994 avevo 18 anni, una bella età per godersi la musica, non c'è che dire- Assimilare generi musicali e renderli parte della tua vita, come concetto e come impostazione di un modo di essere e di vivere la musica. Non era molto difficile trovare il proprio spazio nel '94. Video Music passava anche robaccia, certo, ma ti imbattevi spesso e volentieri in roba di grandissima qualità, quasi sempre proveniente dall' America, che fosse indie, “alternative”, come lo si definiva allora (o come lo si dovrebbe definire oggi visto la brutta fine che ha fatto il termine indie) o “grunge”, quasi sempre ti sparavi qualcosa di figo. Ecco se sei nato nel 1976 e hai 18 anni nel 1994 è facile diventare un finissimo intenditore di musica, è troppo facile, me ne rendo conto.
Di certo più difficile se invece sei nato tra alla metà degli anni 80 e 15 anni li hai raggiunti nel 2000, perchè ti sei ritrovato adolescente in un periodo musicalmente caotico e in evoluzione costante, quindi, o hai un fratello più grande figo, o hai un talento per la musica bella.
Non so se Enrico Viarengo e i suoi compagni di viaggio dei New Adventures In Lo-Fi abbiano un fratello maggiore figo, ma di certo hanno talento per la musica bella, quella che girava nei primi anni '90.
Appena inizia “Naked”, primo pezzo dell'EP dei torinesi, capisci benissimo i loro ascolti; cogli subito la loro crescita a pane e “alternative”. Ci arrivi subito, perchè quelle chitarre appartengono ai Texas Is The Reason e ti trafiggono il cuore, come succedeva tanti anni fa, arpeggi agrodolci che si sciolgono in ritornelli di delizioso amarcord.
“Something Missing” nella stessa maniera si adagia su canoni già scritti, ma così ben mischiati da risultare una novità da abbracciare; al suo interno senti tutto: dall'apertura alla Swervedriver, agli arpeggi tristi dei già citati Texas fino ai ritornelli a metà strada tra i Weezer più intimisti e i Teenage Fanclub.
"Tomboy", il terzo pezzo, è una delicata ballata tra chitarra e voce, un po' troppo sentita e che non brilla, a differenza degli altri pezzi, a livello di scrittura.
Livelli che si alzano subito con il pezzo di chiusura “Taken” con una chitarra Neil Younghiana le cui corde ti stringono il cuore e, ancora, la profonda dolcezza di cui erano capaci i Teenage Fanclub. Deliziosa davvero.
Si sente aria di una nuova primavera indie '90 in questa orrenda e disagiata stagione del 2013. Un Ep bello, per cuori forti, i deboli ne potrebbero morire di gioia all'istante, pieno di riferimenti, come detto, evidentissimi, ma trattati con assoluta personalità e perizia.
Una bicicletta, la maglietta dei R.E.M. e il sole. Come nella primavera del 1994.
Voto: ◆◆◆◇◇
Si sente aria di una nuova primavera indie '90 in questa orrenda e disagiata stagione del 2013. Un Ep bello, per cuori forti, i deboli ne potrebbero morire di gioia all'istante, pieno di riferimenti, come detto, evidentissimi, ma trattati con assoluta personalità e perizia.
Una bicicletta, la maglietta dei R.E.M. e il sole. Come nella primavera del 1994.
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Label: Autoproduzione
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