Premessa en pendant con l'artwork del
disco, secondo lavoro della band: del maiale non si butta via niente, ci ricavi un po' di tutto,
quello che ti pare: le cotiche da mangiare coi faglioli, il
filetto da fare in crosta, setole per pennelli.
Da “La città del niente”
non è facilissimo capire cosa si può ricavare di
preciso. Nell'immediato l'ascolto dell'album è godibile per
energia e piglio istintuale, e ce n'è anche per gli amanti di
genuine ballate di classico rock nostrano senza troppi fronzoli o sperimentazioni (in particolare,
"Musa" e "L'antidoto").
E tuttavia, l'impressione che resta in testa alla fine del disco è
quella di un disegno abbozzato su un pezzettaccio di carta
spallottolato dopo un giro di centrifuga nei pantaloni, vuoi per gli
inserti elettronici non sempre del tutto in assetto, vuoi ancor di
più per qualche colpo di sonno sul fronte lirico. Cosicché, se il
lavoro si apre in "La città del niente" con un sanissimo
proclama di intenti antagonisti della serie “questa città è un
giardino che vive solamente di istrionici cliché”, poi però qua e
là si scivola su qualche istrionico cliché – per l'appunto - di
troppo (“questa città è puttana, sembra che ti dia e invece lei
prende”). L'ironia del brano a seguire "Non comprate questo
disco", costruita su di un ritmo
tiratissimo e sull'iterazione ossessiva di “dovreste” e
pseudo-consigli al negativo (“dovreste scriver più canzoni
d'amore, dovreste abbassare tutto il volume, dovreste essere meno
offensivi, dovreste anche fare meno i cretini, dovreste suonare molte
più cover, dovreste usare molte più scale, dovreste essere molto
più blues, molto più jazz, molto più funky, dovreste essere molto
più belli per la tv e per la radio italiana, dovreste anche imparare
a ballare ed aver più rispetto per gli amici di amici”) si dà la
proverbiale zappa sui piedi in finale di partita con un goffo “non
comprate questo disco e non ascoltate i Lolaplay!, ucciderete anche
voi la buona musica”; il tutto al termine di una raffica di mitra
sulla Croce Rossa: “dovreste amare tutte le Lollipop che han
venduto molto più di voi, dovreste portare indietro il bacino e non
rinunciare al Capitan Uncino”.
È
un peccato che il disco butti tempo e spazio su salotti televisivi e
poracciate varie, perché in altri episodi i Lolaplay sanno essere
nettamente più convincenti (Fantasma
su tutti).
Restiamo fiduciosi
in attesa di prove future più caratterizzanti e meno discontinue.
Voto : ◆◆◇◇◇
Label : GodZ
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