giovedì 12 settembre 2013

Revglow - Sound Post Tension (Recensione)

Avevamo lasciato i Revglow in forma di crisalide un paio di anni fa con l’eccellente “9th Chrysalis” (leggi qui la nostra recensione) e ce li ritroviamo ora, al termine di questo nuovissimo album Sound Post Tension, sottoforma di farfalla.
Insomma il mio auspicio, messo a chiusura della recensione del secondo album, è diventato realtà
E più che un semplice passaggio da crisalide a farfalla, ci troviamo davanti ad un concept composto, come dichiarano loro stessi nel comunicato stampa, da “dieci brani che racchiudono in sè il senso dell'evoluzione, il passaggio da cicatrice a farfalla, metafora della sofferenza umana volta alla ricerca di conforto e sollievo.”

La terza prova di Francis, polistrumentista che suona un po’ di tutto dalla chitarra al piano, dal violoncello al basso alle tastiere nonché vari beats elettronici, e Lilium, suadente alle parti vocali, si distacca notevolmente dalle 2 precedenti, dimostrando un livello di maturità, che, seppur non completamente raggiunto, li ha condotti verso un suono (più) personale e meno omologato.
Infatti vi consiglio di porre molta attenzione nel momento in cui vi appresterete ad addentrarvi nei meandri di questo Sound Post Tension perché meno immediato e scontato dei precedenti.

Il primo ascolto può lasciare un po’ perplessi e disorientati ma, ascolto dopo ascolto, cresce dentro e si attacca alla nostra anima (musicale) e non va più via, proprio come una cicatrice.
Bellissimi i testi che sono come anche in passato molto densi e poetici.
La parte musicale si è arricchita di venature jazzate, aperture ambient senza rinnegare le radici trip-jungle-pop.
"Scars" (appunto cicatrici) posta all’inizio, brano “circolare”, ci riporta dalle parti delle “nuove forme” di Sizeana memoria.
E nei 5 minuti e mezzo di durata la graziosa Lilium ci ricorda di Just let it go! there's no more time to waste...no… Life won't hurt you life won't hurt you life won't hurt you. Anymore...”
I riferimenti al (recente) passato ci sono e non potrebbe essere altrimenti, a partire da "Strangers", di cui è stato realizzato anche il video, per continuare con "Phantom Theatre" e "This Is The Day".

"27", invece, è quello che più dimostra l’evoluzione (positiva) compiuta: brano complesso e claustrofobico che ci assale alle spalle e ci lascia tramortiti “Open the window darling! It’s 5 to 12.00 and my dreams have yet to come... Close the window darling! I don’t want to miss one note of these golden breaths…”

Per compiere il percorso fino in fondo c'è ancora un coro di gabbiani ("Seagulls Choir") che sfiorando dei fiori ("Petals") ci accompagna nella ricerca di quella pace (“Where's the place where I could be peaceful?” "Peaceful")  interiore che possa farci rinascere (“awaiting the moment I’ll be born again...I’ll be born again!” "Self Portrait") e finalmente far in modo che le cicatrici si trasformino in farfalle ("Butterfly").

Alcune cose ti si incollano addosso soltanto perché appiccicose.
Le cicatrici restano per tutta la vita attaccate alla nostra pelle, la farfalla la sfiora, l’accarezza, vi si può poggiare solamente per una frazione di tempo.
Questo disco scava dentro con la leggerezza di una farfalla.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Krisalisound



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