Tre anni dopo il debutto con l'omonimo album, i Kairo tornano in scena pubblicando "13", un disco di pancia e pieno di quell'emotività che ci si metteva un tempo, tanto da non farlo nemmeno suonare come un lavoro di questi bui anni '10. Il trio si ispira chiaramente al sound che ha caratterizzato la scena internazionale, quella americana sopratutto, a cavallo tra gli ultimi anni novanta e i primi crepuscoli del duemila. Nove tracce che scorrono rapide attraverso i battiti cardiaci, tanto brevi quanto intense di passione almeno nelle parti strumentali, che sono un tappeto tessuto a mano, con le filamenta incastrate bene e assolutamente compatte. L'omogeneità dei Kairo non si sfalda mai, sin dalle prime tracce, da "Estate", passando per l'apice "Caracolla", fino a "Medusa", l'intensità di passione malinconica e rabbia adolescenziale non subisce cali, prima dello spartiacque "13". Il ritmo ritorna ad essere costante e immediato, l'impatto di "Tempesta" è molto convincente e trascina lentamente alla fine del disco che si chiude con due pezzi che possono essere sintetizzati in uno solo ( "Una vecchia lettera..." "...e una promessa" ). I Kairo ci regalano circa una mezzoretta di piacevolissima intensità sonora, ovviamente con le dovute cautele, mi sento di affermare che i tre hanno ottime potenzialità che vanno ricercate e coltivate. "13" è un disco che agli amanti del genere non dispiacerà, ma il salto di qualità deve essere imminente.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: FalloDischi/ La Fine/ Upwind
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