giovedì 19 giugno 2014

Mannarino - Al monte (Recensione)

Mannarino sembrerebbe un cantautore originale, usando il condizionale come lo si può fare con qualsiasi personaggio descritto come di successo ma che poi in realtà è l'esatto opposto.
Il suo successo non è di certo dovuto a un talento speciale, in quanto pompato da radio e televisione italiana come il solito bohémien o freak di turno che suona tipo "concertone del primo maggio", che deve tutto a Serena Dandini di cui è stato ospite per tre anni consecutivi nella trasmissione Parla con me, per poi finire per riarrangiare dal vivo in studio la sigla di Ballarò, che lo portò nel 2011 alla ribalta nazionale attraverso un pubblico di radical chic.
Questo per quanto riguarda la televisione. La radio è stata invece il principale trampolino di lancio, grazie a Viva Radio 2 di Fiorello e Baldini dove si esibì dal vivo in acustico eseguendo "Me so n'mbriacato" diventato poi il suo cavallo di battaglia, con tanto di bollino di origine controllata nostrana da parte della SIAE (società italiana degli autori ed estorsori) che lo ha premiato come migliore compositore del 2012, i cui criteri di valutazione sono stati basati sulle vendite degli album - quarantamila copie - e non di certo sulla portata dei suoi testi "Me so' 'mbriacato de 'na donna quanto è bbono l'odore della gonna quanto è bbono l'odore der mare ce vado de notte a cerca' le parole".
Senza offesa per il suo pubblico, questa musica è adatta a mediocri ascoltatori, per chi ama la spensieratezza, come giusto che sia. Il lancio di questo nuovo disco non poteva non avvenire nel luogo incantato di Che tempo che fa, che lo ha spinto dritto nei primi posti delle classifiche di vendita. Come potrebbero i miedia italiani non dare spazio a tale scempio culturale, presentando un lavoro che ha molto di caratteristico di un paese alla deriva e null'altro di nuovo sotto il sole. La solita televendita musicale che fa 'Oh oh oh, oh oh oh, oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh' come i bambini di Povia, solo che in questo caso Gli Animali di Mannarino sono un surrogato cantautoriale che si esprime nei suoi ritornelli con cori da stadio, rappresentante di una società ultrà che non trova nient'altro che una formula artistica che riconduce alla vera gabbia in cui sono finite le bestie del circo della musica popolare italiana. Al monte è il terzo oltraggio di fila del leone romano, che fa finta di ruggire imitando Tom Waits o Capossela, in un brano dal titolo "Gente" in cui lo troviamo ancora una volta ad annaspare in semplici lamenti "ahi ahi ahi ahi ah ah ai ahaaa", che sostituiscono la sostanza che un cantautore dovrebbe sostenere, ma forse non conta poi così tanto, perché forse è meglio andare di superficialità che magari alle feste democratiche (un tempo Feste dell'Unità) magari qualcuno potrebbe guardarlo storto, meglio quindi adattarsi allo stile "ebetino di Firenze", del dire tutto e non dire niente. Bei tempi quando ci si misurava con un Guccini. E in questo scempio di paese il suonare balcanico tira, e si tenta di buttare nel calderone 
anche un pizzico di Buona Vista Social Club, così tanto per sembrare schierato e tra una strombazzata e l'altra, qualche proclama, non troppo propagandistico però, che altrimenti lo scambierebbero per un comunista - che non va di certo bene - meglio parlare di temi astrusi come nel brano Le Stelle "dio non s’è visto ancora, e gli alieni tardano a venire, che vuoi capire, e che il mondo sia solamente lo zoo comunale dello spazio, e ci stanno a guardare ridere e tremare, cercare nei campi di grano, nel fondo del mare". Questo è il presunto cantautorato che avanza in Italia, d'altronte che cosa ci si può aspettare da una nazione che si fa ammaliare da venditori di fumo in tempi di spending review? Sentite a noi, gli 80€ spendeteli per le cose serie.

Voto: ◇◇◇
Label: Leave srl/Universal Music

2 comments:

-mIRKo- ha detto...

Recensione abbastanza prevenuta e che non approfondisce per nulla i temi e le canzoni dell'album. Vabbè!

Felice Trollo ha detto...

miRKo, volutamente. ma davvero difendi l'indifendibile per giunta attacca risse. Ostia che sfigato! manco sa reggere l'alcol. Il paraculo pacifista, noi almeno a San Valentino in Abruzzo Citeriore siamo NO OGM e il vino lo produciamo e non facciamo i finti sbronzi, Bar della rabbia ok però solo se poi finisci in cella per resistenza a pubblico ufficiale

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