Dio benedica gli split,
soprattutto quando sono band fuori dagli schemi a farne parte. Dal
Supernaturals Record One che incrociava in una psichedelica
jam Ufomammut e LentO
agli esperimenti tutt'ora in corso della Subsound Records
(che ha incrociato fra gli altri Vanessa Van Basten e
Morkobot e, giusto un
paio di mesi fa, Oren Ambarchi dei
Sunn O))) e Massimo
Pupillo degli Zu)
di roba per cui sbavare se si hanno le orecchie aperte agli
esperimenti ce n'è a bizzeffe. E ad aprile, per il Records
Store Day, hanno deciso di
incrociare le proprie strade su vinile (ed in free download) anche
due band che, come recita il comunicato, hanno modi diversi di
approcciarsi alla pesantezza sonora: ma Zeus! e Ornaments non si sono
limitati a questo, e come esemplifica il titolo del disco è la
contaminazione reciproca il filo conduttore di questi quattro brani,
divisi equamente non nel numero ma nel minutaggio.
Ad
aprire le danze sono gli Ornaments, che con Canon
Cancrizans
danno modo di aver imparato dai colleghi la sintesi: batteria
massiccia e in ripetizione continua per due minuti e mezzo a base di
strumenti che si aggiungono uno sull'altro, col mood lento e
cadenzato a cui i quattro ci hanno abituato. Per essere ben
influenzati dalla controparte musicale non basta però questo, e
Fractal
si prende la briga quindi di alzare il ritmo e di proporsi ben più
mutevole della precedente, con una monolitica parte centrale in cui
le rullate sono tante mitragliate su cui si innestano le bombe
sparate con parsimonia (ma non troppo) dal basso. Fra accelerazioni
ed un ennesimo rallentamento nel finale il brano vince a mani basse
come migliore dei tre che la band emiliana propone, anche per il suo
uscire da schemi già sentiti visto che Perpetual
Motion
ritorna su lidi più simili (anche a minutaggio) a quanto già
sentito in quel Pneumologic
edito ormai un paio di anni fa: non che il brano sia tutt'altro che
meritevole, con la sua scarna parte centrale tendente al noise ed il
catartico sfogo finale, ma laddove si è osato di più bisogna
riconoscere che sono arrivate le cose migliori. E a proposito di
osare...
Rota,
l'unico brano degli Zeus!, è un qualcosa di completamente nuovo per
la band bolognese. Assorbendo il dilatamento sonoro dei compari, ma
piegandolo in una maniera che non appartiene a nessuno dei due
gruppi, il duo si esibisce in un ostico delirio psichedelico di 13
minuti in cui il delay del basso ed i malevoli synth fanno di tutto
per creare un'atmosfera inquietante su cui la batteria si getta con
potenza quando può, salvo accompagnare con inusitata leggiadria le
parti più tranquille di questo viaggio sonoro. Una direzione
inattesa, una cacofonia di suoni che si intersecano in alcuni punti e
che, pur faticando ad ingraziarsi l'ascoltatore, alla fine ci riesce
ed alla grande. Dategli il tempo che merita, e vi accorgerete di non
poter fare a meno di quelle note sempre uguali che vengono
continuamente riproposte in una salsa diversa ma comunque deliziosa,
che sia quella inquieta e malevola di inizio e fine o quella
tempestosa della parte centrale.
A
proposito di tempesta non si può non fare un plauso anche
all'artwork dell'opera, realizzato da Luca
Zampriolo (aka
Kallamity) ed ispirato nientemeno che al ciclo Metamorphosis di
Escher (di
cui, guarda il caso, a Bologna è stata allestita una mostra: andate
a vederla che dovreste essere ancora in tempo). La perfezione
insomma? No, ma ci siamo vicini.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Sangue Dischi/Tannen Records
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