lunedì 24 agosto 2015

Ornaments/Zeus! - Metamorphosplit (Recensione)

Dio benedica gli split, soprattutto quando sono band fuori dagli schemi a farne parte. Dal Supernaturals Record One che incrociava in una psichedelica jam Ufomammut e LentO agli esperimenti tutt'ora in corso della Subsound Records (che ha incrociato fra gli altri Vanessa Van Basten e Morkobot e, giusto un paio di mesi fa, Oren Ambarchi dei Sunn O))) e Massimo Pupillo degli Zu) di roba per cui sbavare se si hanno le orecchie aperte agli esperimenti ce n'è a bizzeffe. E ad aprile, per il Records Store Day, hanno deciso di incrociare le proprie strade su vinile (ed in free download) anche due band che, come recita il comunicato, hanno modi diversi di approcciarsi alla pesantezza sonora: ma Zeus! e Ornaments non si sono limitati a questo, e come esemplifica il titolo del disco è la contaminazione reciproca il filo conduttore di questi quattro brani, divisi equamente non nel numero ma nel minutaggio.
Ad aprire le danze sono gli Ornaments, che con Canon Cancrizans danno modo di aver imparato dai colleghi la sintesi: batteria massiccia e in ripetizione continua per due minuti e mezzo a base di strumenti che si aggiungono uno sull'altro, col mood lento e cadenzato a cui i quattro ci hanno abituato. Per essere ben influenzati dalla controparte musicale non basta però questo, e Fractal si prende la briga quindi di alzare il ritmo e di proporsi ben più mutevole della precedente, con una monolitica parte centrale in cui le rullate sono tante mitragliate su cui si innestano le bombe sparate con parsimonia (ma non troppo) dal basso. Fra accelerazioni ed un ennesimo rallentamento nel finale il brano vince a mani basse come migliore dei tre che la band emiliana propone, anche per il suo uscire da schemi già sentiti visto che Perpetual Motion ritorna su lidi più simili (anche a minutaggio) a quanto già sentito in quel Pneumologic edito ormai un paio di anni fa: non che il brano sia tutt'altro che meritevole, con la sua scarna parte centrale tendente al noise ed il catartico sfogo finale, ma laddove si è osato di più bisogna riconoscere che sono arrivate le cose migliori. E a proposito di osare...
Rota, l'unico brano degli Zeus!, è un qualcosa di completamente nuovo per la band bolognese. Assorbendo il dilatamento sonoro dei compari, ma piegandolo in una maniera che non appartiene a nessuno dei due gruppi, il duo si esibisce in un ostico delirio psichedelico di 13 minuti in cui il delay del basso ed i malevoli synth fanno di tutto per creare un'atmosfera inquietante su cui la batteria si getta con potenza quando può, salvo accompagnare con inusitata leggiadria le parti più tranquille di questo viaggio sonoro. Una direzione inattesa, una cacofonia di suoni che si intersecano in alcuni punti e che, pur faticando ad ingraziarsi l'ascoltatore, alla fine ci riesce ed alla grande. Dategli il tempo che merita, e vi accorgerete di non poter fare a meno di quelle note sempre uguali che vengono continuamente riproposte in una salsa diversa ma comunque deliziosa, che sia quella inquieta e malevola di inizio e fine o quella tempestosa della parte centrale.
A proposito di tempesta non si può non fare un plauso anche all'artwork dell'opera, realizzato da Luca Zampriolo (aka Kallamity) ed ispirato nientemeno che al ciclo Metamorphosis di Escher (di cui, guarda il caso, a Bologna è stata allestita una mostra: andate a vederla che dovreste essere ancora in tempo). La perfezione insomma? No, ma ci siamo vicini.

Voto: ◆◆◆
Label: Sangue Dischi/Tannen Records




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