martedì 12 gennaio 2016

GueRRRa - Soprusi (Recensione)

Di concept album me ne sono capitati molti fra le mani e/o le orecchie (che nell’era del digitale non tutto passa per forza dal supporto fisico), pure di strumentali, e così a memoria mi torna in mente Eve degli Ufomammut. Nessuno aveva però un concetto di fondo articolato come questo secondo disco dei GueRRRa, duo di Terni che con Soprusi cerca di rendere giustizia, anche solo musicalmente, ad alcuni personaggi storici che hanno visto il loro pensiero o la loro persona osteggiati, quando non sono stati barbaramente uccisi. Dall’atroce assassinio della pensatrice ellenica Ipazia D’Alessandria alla tragica fine dell’artista concettuale odierna Pippa Bacca, da geni riconosciuti ma osteggiati per le loro vite fuori dai canoni come Alan Turing e Nikola Tesla al misconosciuto Filoteo Alberini, l’inventore del cinema privato della scoperta a causa di intoppi burocratici nella depositazione del brevetto. A voi il piacevole compito di approfondire le storie affascinanti di questi personaggi, a me quello più complicato di rispondere ad una questione: bastano una chitarra ed una batteria, perse nei meandri del math rock, a dare un senso a questo incipit meritevole?
Se prendiamo un pezzo come Alan Turing la risposta è un entusiastico SI’. Col suo ripetuto rumore di fondo a base di tasti premuti in maniera convulsa, una vena elettronica esasperata e l’atmosfera ben più dilatata di quanto accada nel resto dei brani, che li avvicina quasi al doom psichedelico, il pezzo funziona alla grande e restituisce in maniera chiara l’angoscia di una vita difficile, ben veicolata anche grazie al finale ben più massiccio e distorto. Altrettanto fuori dai canoni è la conclusiva Maria Soledad Rosas, lirica ed ariosa con inserti di fiati efficaci, ed è un ascolto sicuramente piacevole anche se più difficile da incastonare nel percorso di vita di una donna ingiustamente incarcerata per attentati in Val di Susa e lì morta suicida. Dopotutto è difficile riuscire a capire quale sia la molla che fa accomunare note e persone a Marco Stentella (chitarra/midi) e Giulio Marconi (batteria), e sarebbe un modo probabilmente ingiusto di valutare l’efficacia del disco: è innegabile infatti che il ritmo in continua mutazione ed i riff chitarristici che oscillano fra distorsioni e digressioni dal gustoso sapore jazz dell’iniziale Ipazia D’Alessandria siano efficaci, così com’è affascinante l’oscurità dei momenti meno jazzistici di Max Stirner, forse troppo divagante ma non certo noiosa. Risulta più ostico invece l’ascolto di Giordano Bruno, fra stop & go continui e fraseggi chitarristici che non riescono a veicolare efficacemente il brano verso un finale più compatto e distorto, un’immagine di esagerata confusione sonora che scaturisce anche dalla convulsa Pippa Bacca: va molto meglio con Nikola Tesla, in cui un riff claustrofobico viene riproposto a rotazione con ritmi sempre diversi che lo rendono ogni volta fresco, o con La Scimmia, in cui il ritmo generale impresso dalla batteria regge per intensità il gioco del rimpallo chitarristico fra fraseggi pultiti e distorti, mentre Filoteo Alberini funziona meglio nei suoi momenti jazzistici iniziali che dal momento in cui prendono piede le distorsioni con l’illusorio rallentamento a metà brano.
Riuscire a trovare un connubio fra le note sparse a profusione in questo Soprusi ed i personaggi di cui le canzoni stesse si fanno portavoce è arduo, ma lo stesso discorso lo si potrebbe fare per il disco che citavo nel cappello introduttivo. Al di là di questo l’ascolto rimane comunque piacevole, compatto nei suoni e con qualche licenza sonora che risulta a conti fatti la ciliegina sulla torta, tant’è che Alan Turing e Maria Soledad Rosas sono a distanza di giorni i brani che ascolto più volentieri: la tendenza a voler strafare, tipica più dell’anima jazz che permea la musica dei GueRRRa che di quella math, mi porta a propendere più per le tre che per le quattro stelle, ma come spesso mi capita il voto in calce è riduttivo per dare l’idea del valore di un album che riesce a dare spunti che vanno anche al di là di quelli prettamente musicali.

Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Kaspar House/Cave Canem DIY


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