Non siamo qui a contare gli anni, i minuti i secondi da quando ci siamo incrociati spiritualmente con questa band. Non siamo qui a contare da quanto non parliamo di musica. Quando avviene un'uscita dei Verdena tutto si ferma, diventa prioritario dare precedenza a una delle poche realtà artistiche di rilievo rimaste coerenti con il proprio percorso. Era abbastanza naturale che si confrontassero con la settima arte in modo netto, come era anche normale che la band in questione avesse a che fare con un titolo che sbadatamente in molti hanno letto inconsciamente come "Anima Latina".
Oggi ascoltiamo queste composizioni senza aver visto purtroppo il film. Ma come di consueto ascoltando i Verdena la mente viaggia, crea delle storie e ci si perde in un film mentale. Da sempre chi ha apprezzato i loro album sa quanto ti permeano dentro i loro pezzi e cosa ti lasciano scalfite nel profondo alcune sonorità. Ed in questo album ascoltiamo tutto quello che è stato prodotto negli anni, se volessimo essere più precisi da Requiem in poi. Ci sono tutti i tratti distintivi del "sound del pollaio", fatto di sperimentazioni totali, che poi abbiamo potuto goderne "sotto forma canzone" anche in Wow e negli Endkadenz...
Ma quello che ci va di sottolineare è che i Verdena mancano sulla scena da troppo tempo, per fortuna! Perché ogni loro lavoro non è mai banale, mai scontati, ma ricchi di una ricerca che in pochi fanno. Il tempo passa ma la loro espressività migliora ed ora li possiamo ascoltare anche al Cinema grazie ai fratelli D'Innocenzo. Dicevamo per fortuna, perché ogni lavoro che si rispetti richiede molto tempo. In questa vita estenuante e frenetica soltanto chi è capace di darsi del tempo alla fine è in grado di produrre merce pregiata.
Questo soundtrack si presenta con una impostazione "classica" se lo intendiamo come tale, un concept realizzato per un lungometraggio, composto da 19 brani di cui "BRAZIL" è il tema ricorrente. Se lo ascoltassimo slegato completamente dal film sembrerebbe il risultato finale di un lungo percorso fatto da Alberto, Luca e Roberta a cui facciamo i complimenti per l'integrità artistica con cui sono arrivati a questo grande risultato. Sì perché, seppur sia un soundtrack di un thriller in realtà è un vero e proprio album fedele all'essenza della band, tra temi cupi, taglienti, cacofonici e tribali, ballate distese semi-acustiche e mantra vocali sintetizzati. Musiche che forse non avremmo ascoltato, che forse loro non avrebbero approfondito in questo modo, ma che probabilmente segnerà uno spartiacque verso nuove forme espressive della band non nuova nell'esplorare, dedita a un costante processo di cambiamento per essere più fedeli a se stessi e mai simili a nessuno. Questa colonna sonora non assomiglia a nulla di ascoltato fin ad ora in questo particolare ambito, dove non tutti sono in grado di misurarsi, li collochiamo già tra gli illustri compositori che il nostro paese può vantare nel settore cinematografico. Si spera dunque questo non resti un unicum nella loro gloriosa carriera. Si sente in "America Latina" l'essenza del creare di sapienti artigiani del suono.
Grazie per questo eterno viaggio mistico!