giovedì 17 febbraio 2011

Cosmetic - Non siamo di qui (Recensione)

I Cosmetic riescono a toccare perfettamente tutto ciò che mi piace della musica. Spontaneità, emotività, freschezza e quel senso di trasporto che generano i suoni e i motivetti, restandoti attaccati e facendoti da contorno durante tutta la giornata. “Non siamo di qui”, dopo svariati album passati in sordina e senza troppo clamore, è il disco d'eccellenza di questi romagnoli. Suoni e tematiche tipicamente shoegaze che si intrecciano con una vena fortemente pop che rende orecchiabili persino i pezzi in cui la psichedelia e l'impasto sonoro più dilatato e avvolgente, vengono marcati fino all'esasperazione. Citando qualche band di riferimento, Jesus and Mary Chain, Dinosaur Jr, My Bloody Valentine, Sonic Youth, Nirvana, i Cosmetic tendono a coniugare l'italiano con prospettive e ricalchi tipici della scena anni '90, facendo emergere un immaginario totalmente nuovo che erroneamente potrebbe venire accostato a classiche tematiche adolescenziali e sognanti. Perchè sotto il romanticismo e il fare gioviale, in profondità sono radicati sentimenti, storie, pagine bianche, sconfitte, lacrime, malinconia, bolgie celesti, rabbia, sangue, sole, crostate e molto altro. Se è anche vero che determinati momenti potrebbero apparire eccessivamente melodici e di stampo pop (“Bolgia Celeste”, “Nè noi, né Leandro”) c'è da dire che immergendo per ben le orecchie nello scorrere dei suoni ciò che ci arriva non appare mai scontato. E non dimentichiamoci delle successioni più ruvide e di stampo grunge (“Via Maj”, “Carlo ha detto”,“Crostata”) nelle quali assistiamo ad un fiume di distorsioni in piena che straripando fluisce in zone quasi stranianti. Momenti verdeniani (“Pagine Bianche”) sono solo piccole parentesi casuali che seguono tracce totalmente ispirate, (“Sangue+Sole”) narrando storie intime, così vicine, che è facile affezionarvisi. (“Ho perso un po di grinta ultimamente/Ma sai com'è il tempo non è uguale a niente/ Non pensavo di essere così cinico e invece, non credo più alle favole ma solo ai miracoli...”) Lineare ma non troppo, la strada percorsa è ben definita e incantevole e non lascia dubbi sul talento e la qualità della band. Obiettivamente, però, stiamo parlando di un lavoro che a livello discografico non porta alcuna innovazione o passo avanti. I Cosmetic sono uno di quei centinaia di gruppi, che arrivano sulla scena in ritardo. Dico ciò perchè dieci anni fa un disco come questo avrebbe fatto, certamente, molto (ma molto) parlare di sé. Oggi con la saturazione della scena e internet siamo giunti ad un capolinea. Ascoltiamo tante, troppe cose, molto spesso simili o che sanno di già sentito. Non ha più senso parlare di generi o sonorità se non a scopo speculativo. Rimane solo da sancire se ciò che si ascolta, emozioni, sia sincero o meno. Mi sento di dare un giudizio positivo e consigliare questo disco proprio perchè offre momenti di vera emotività e intrattenimento in modo semplice e appassionato. Un ascolto poco impegnato ma che allo stesso tempo porta a riflettere; intriso di visioni e rimandi appartenenti al miglior rock degli ultimi vent'anni, trascinante e intenso. Viva i Cosmetic.

Label: La Tempesta Dischi
Voto: ◆◆◆◆◇


2 comments:

Marco Borra ha detto...

Visti live a Ferrara, bravissimi.

Michele Montagano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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