martedì 10 maggio 2011

Beastie Boys - Hot sauce committee pt.2 (Recensione)

I Beastie Boys li conoscete tutti : Sono una eclettica creatura nata nel panorama Hardcore Punk newyorchese, che in seguito grazie alla Def Jam e al produttore Rick Rubin giungerà ad un rap molto particolare, influenzato durante gli anni sia dall'Hardcore che dal rock n'roll, dal bossanova all'elettronica, e molto altro, avvalendosi durante gli anni di molti strumentisti diversi ma che hanno avuto il ruolo di rendere il trio, i "Three mc's (and one Dj)", sempre fresco nelle prove in studio. Questo per dirvi che nonostante i tempi di "Cooky Puss" e di dischi come "Some old bullshit" e "Licensed to ill" siano prodotti del passato, ancora oggi queste influenze sono molto sentite. Tutti stavamo aspettando l'uscita del disco per due ragioni, che sono poi i punti chiave dei Beasties di adesso. Per prima cosa volevamo sapere che fine avessero fatto, considerando i tanti spiacevoli episodi come un cancro di troppo e l'uscita sempre rimandata di un "Pt.1" che non si è mai visto e che molto fu annunciato, e secondo perchè dopo un disco come "The mix up", interamente strumentale, il sottoscritto si è scervellato per capire quale sarebbe stato il prossimo passo di Yauch (leader storico della band) e soci. Venendo più strettamente alla musica, le novità sono poche. Qui potrete trovare tutto quello che i Beasties hanno prodotto nei loro anni, perciò aspettatevi poche novità ma ottime ricette imparate a fare al meglio. Detta così potrebbe essere riduttivo, è vero, perchè comunque si tratta di un ottimo disco di rap davvero sperimentale, lontano anni luce dalle produzioni odierne, ma la sensazione dopo ripetuti ascolti è che la maggior parte delle tracce seguano lo stile di tracce - non famose ma questo non si può sorvolare - che sono già state composte. Inutile fare tanti nomi, in quanto il classico disco dei Beastie è bello in quanto molto vario : troverete le catchy songs come il primo singolo estratto "Make some noise" che rappresenta una sorta di fusione di tutto ciò che hanno fatto in questi anni, dalle percussioni al senso del beat, le loro inconfondibili voci, il ritornello catchy, etc...e "OK" che non a caso insieme a "Crazy ass shit" sono tra le mie tracce preferite dell'album, quelle secondo il mio parere che sperimentino maggiormente. Troverete anche delle particolari collaborazioni come quella con Santigold "Don't play no game that i can't win" che è qualcosa che loro non hanno mai fatto, e che sa un po di r'n'b rivisto alla loro maniera, così come una strumentale che lascia un po a desiderare e anche, e questo è un gradito ritorno, una traccia di stampo Hc rivisto alla maniera del 2011, "Lee Majors come again", che è molto innovativa nonostante l'idea alla base sia quella che già conosciamo. "Too many rappers" con Nas sa molto di hip hop classico americano, una traccia abbastanza distante dal loro stile ma che comunque piace. Inutili ma simpatici invece gli skit, che mi sembrano un po eccessivi ma ci possono stare. Le restanti sono tutte ottime tracce, tranne forse "Tadlock's glasses" che mi sembra di troppo ma magari un giorno mi piacerà.

Niente di nuovo sotto il sole quindi, ma i Beasties sono sempre molte spanne sopra i loro concorrenti, dimostrando la loro grande forza di volontà e soprattutto il piacere della sperimentazione che è, a mio parere, la loro chiave di volta. In "Some old bullshit" le loro voci dicevano di essere The best in NY. Per me loro sono ancora i migliori, e credo di non essere il solo a ritenerli veramente all'altezza. Sicuramente il disco non segnerà una svolta epocale nella loro carriera ma terrà alto il loro nome ancora a lungo.

Un disco assolutamente clamoroso per i neofiti e davvero gradito per i fans sfegatati.

Label : Capitol Records
Voto: ◆◆◆◆




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