Hootie And The Blowfish e Chris Robinson con i suoi rinati Black Crowes li guardano sospettosi ed un po’ incazzati per via di una certa attinenza, “troppa attinenza” – fisica e musicale. Ma con chi se la prendono? Il nodo della discussione è Zach Williams e la sua band, i The Riformation, giovane band dell’Arkansas già acclamata a divinis come rinascita dell’eccellenza assoluta del Southern Rock, sangue e onore americano senza compromessi; “A Southern Offering”, registrato nel tempo record di una settimana a Nashville da Kevin Beamish (Miracles, Elton John, Reo Speedvagon) effettivamente è una spina nel fianco di quelle formazioni di settore - oltre quelle citate – che respirano le tradizioni sudiste e giostrano con il classic rock tirandone fuori livelli d’impatto energetico senza limiti, ma le strade polverose per le emozioni sono infinite e se poi le confrontiamo con le traiettorie no-limits d’America c’è da perdersi in un batter di ciglia, o meglio, di slide.
Ottimo disco, caldo e spiritato nel segno immacolato del rock-blues, dell’hard rock e dell’intimità soul che vanno ad ingrassare le vene assetate del southern, disco e destrezze che si postano tra gli aliti pesanti dei Lynard Skynard o Molly Hatchet e le estetiche dirty dei Foghat o magari - più azzeccati - i Bad Religion, mentre la voce di William è una macchina perfetta ed il punto di forza di una formazione prorompente e dalla quale non ci libereremo molto presto, specie se si frequentano i loro “territori” sonori.
E come secondo disco della loro giovane esistenza in musica le “bollette a mollo” sembrano garantire un futuro solare per seguitare a raccontare questa musica senza tempo dai tratti epici e di frontiera, sferzanti e delicati tappeti sonori che spaziano dalle stupende ballate elettriche “Fools moon”, “Moving on”, ai soul da tachicardia “Picture perfect”, “Motels and highways”, accapponano la pelle con il rock intimo “P.O. box and a postcard” o ti fanno accoccolare tra i ricordi con l’anima acustica di una pray celestiale “Sky full of treasure” e nel contempo armoniche, lap steel, banjo e slide, piccoli vezzi psichedelici e il senso di una forte appartenenza – quasi religiosa – alle terre del South fanno tutto il resto restituendoci non solo contorni musicali, ma elaborazioni peculiari di un mondo che vive in un’eterna ciclicità.
Zach Williams & The Reformation distillano i loro passi tra sogni e certezze, fregandosene altamente di essere accorpati a difetto con i mostri sacri che hanno percorso o stanno percorrendo le stesse vie, loro suonano la vita e l’ on the road che portano nel sangue dopodiché - quello che gli rimane – sono solo due cose: tenere i cuori aperti nelle tenerezza e aprire i rubinetti venosi dell’ardito e intramontabile fiotto verace del mitico west dalla parte del sud.
Voto: ◆◆◆◆◆
Label: Zach William Records
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