Reduci dal didascalico e virulento esordio in casa Jestrai di 23 Ep, Le Maschere di Clara approdano al primo lp in modo oscuro e seducente.
Un' affresco heavy sul quale le pennellate di violino di Laura Masotto (che ben ristruttura le dinamiche in sostituzione della chitarra che qui è solo basso), ben aleggiano ad edificare una sorta di ponte tra la concezione classica e quella più sanguigna tipica del rock e del metal. Come l'anamorfismo è un effetto d'illusione ottica, "l'Anamorfosi" delle Maschere seduce e ipnotizza, confondendo l'ascoltatore e trasportandolo in una sorta di mantrico labirinto sonoro che riflette la sua luce in modo illusorio nel lasciar presagire svariate concezioni artistiche e stilemi sonori ("Habanera") Il lascito e le suggestioni legate al numero 23 dell' extended play, ci vengono riproposte in apertura fin dal titolo di "23:23" e nel recupero di "Porpora" dall'opera precedente. Una crescita e maturazione artistica, rispetto all'ottimo Ep d'esordio, tangibile in quasi tutta l'opera, dove le caustiche parole di Lorenzo Masotto riversano fiumi di tristezza e disagio tipici di certo spleen meditativo. Figure e tematiche che rimandano ad una sorta di gabbia mentale umana, costruita in modo funzionale ed affascinante, attraverso l'uso di un'enfasi poetica che nella lingua italiana trova giusta valvola di sfogo. Non basti ciò, le grandi qualità tecniche del drumming di Bruce Turri alimentano la tensione di un lavoro che, nell'abbandonarsi alla seduzione del prog, mantiene ugualmente un forte approccio rock, diretto ed essenziale, come potrebbe essere quello del TDO di Capovilla ("Acheronte") Vi è, poi, la chitarra violentata da Nicola Manzan (alias Bologna Violenta) in "Piombo" (acido connubio di generi) il quale viene ringraziato anche per il theremin e il piano di "Acheronte". Si può prendere ad esempio "Sonata in Re Minore", con tanto di "Adagio-Allegro-Presto", per concepire il livello artistico dell'amalgama tra il classicismo di un teatro oscuro, obliante e la morsa ferrea, nevrotica e ossessiva del rock che tenta sempre di trasportare in luoghi a noi alieni "Ora immagina una stanza vuota circolare. Completamente bianca, circolare. Senza angoli, porte e finestre. Solamente un frastuono assordante..."
Come "tutto ciò che è profondo ama mascherarsi", Le Maschere di Clara riescono a mantenere alta l'attenzione e la tensione di un disco che, nel girare nel lettore, appare sempre più come una voragine oscura e pronta ad inghiottirti per intero.
La pirandelliana maschera dietro la quale l'uomo cela la sua identità individuale all'interno del collettivo sociale, potrebbe incarnarsi in musica attraverso questo progetto che, nell' unire musica colta e rock in modo interessante e ardito, coagulandoli in un genere fruibile ai più, maschera la dualità dell'essere umano e dei contesti artistici all'interno dei quali si trova a sviluppare la propria sensibilità e personale vocazione.
"Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e vi dirà la verità" - Oscar Wilde-
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Black Widow
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