La California di Sam Pickering Pick è molto chiusa dentro il proprio intimo, è fiume in piena di confessioni e prayes, di amori rivoltati all’interno e che guardano spesso - con occhi umidi - planimetrie acquose e deformate dal pianto di una spiritualità delicatissima come ali di farfalla solitaria.
Per la serie storie di straordinaria poesia, “Tiger Balm” – dieci tracce di detriti e pezzi di vetro intimisto – incarna la celebrazione della solitudine elaborata fino a distorcere un’interpretazione concettuale alla stregua di ballate scarnificate, alla maniera di un primo J. Denver come all’odiernità di J.Tillman, Caleb Coy o Hezekiah Jones; un impianto cantautorale pulito che oggi può suonare come “fuori tempo massimo” e che istintivamente può lasciare smorzato l’entusiasmo, ma è il senso di “onestà” delle tracce che, a gradi, ti salgono in gola fino all’orecchio, fino a prenderti in ostaggio e stringerti forte.
Uno stile essenziale, chitarra, voce, pianoforte e un’anima bianca che danno una possibile via di uscita dalla formula improvvisata di tante penne americane di questi ultimissimi anni, piccoli gioielli di tradizione looner-folk che si accorano di delicatezza e quiete nell’incavo di visioni vintage e molto estetiche; l’artista americano pare vivere in un sempiterno crepuscolo invernale, in un friabile bucolico dimesso che sparge melodie tutto intorno. I pochi accordi arpeggiati di “Girl from Bilbao”, il flebile ottimismo “Ballad of leaving” e “Like a river” e il freddo di un pianoforte lontano che suona tremando “In the end” e “I didn’t know your rivers flowed” – molto forte l’impronta canadese sulla Via Younghiana - imprimono un generale bisogno di coccole amorose che ti fa intenerire e sentirti piccolo piccolo sotto il cielo plumbeo di Pickering Pick, un bisogno di essere altro sulle strade che zigzagano i sogni reconditi di libertà dove ricercare colori dimenticati.
Il minuetto di acustica che cadenza un valzerino tra stelle/luna/spirito “Another golden day” e la Garfunkeliana pioggerella di fingerpicking “Tiger on your arm”, lasciano che questo nuovo disco del californiano Pick sfumi nei preamboli della notte per seguitare a produrre emozioni dietro la curva di molti cuori, cuori che certamente hanno già fatta loro l’impalpabilità di questo giovane cantore suadente.
Voto: ◆◆◆◆◆
Label: Yer Bird 2011
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