sabato 12 novembre 2011

Cynic - Carbon-Based Anatomy (Recensione)

Cynic - Carbon-Based Anatomy (Prima di iniziare una recensione dei Cynic credo sia d'obbligo fare una piccola ma inevitabile panoramica sulla loro storia dedicata a coloro che non sanno chi siano e sono stati. "C'era una volta". Sì, credo sia proprio il caso di iniziare così... C'era una volta un gruppo death metal fondato da un musicista di impressionante talento di nome Chuck Schouldiner. Chuck è stato e rimane, nonostante la sua prematura scomparsa all'età di appena 34 anni, dovuta ad un tumore al cervello, uno dei cardini della musica estrema. Nella sua band, i Death, sono passati i maggiori e più importanti musicisti di questo genere, da Steve Di Giorgio a James Murphy, da Gene Hougland a Richard Christy, e qui arriviamo al nocciolo della questione, Sean Reinert e Paul Masvidal. Questi due lasciarono i Death dopo la registrazione di Human (1991) e successivo tour, per proseguire i lavori con un loro progetto già avviato nel 1987 chiamato Cynic. Nel 1993 sotto questo nome uscì uno dei dischi più importanti e influenti per il metal, un disco che ha gettato le basi, parallelamente o quasi alle uscite dei conterranei Atheist, del metal tecnico e influenzato da generi più diversi, dalla musica tribale, alla fusion, all'elettronica: Focus. Dopo queste pietra miliare, purtroppo, la band si sciolse e i componenti della band si dedicarono, sia singolarmente che collaborando tra loro, a vari progetti o dischi solisti, dagli Æon Spoke ai Gordian Knot agli Aghora agli OSI al disco solista del talentoso bassista Sean Malone. Dopo 14 anni la band torna a riunirsi per un tour che tocca i principali festival metal estivi del 2007 per poi tornare in studio e rilasciare, nel 2008, un nuovo full length chiamato Traced in Air. Già con Traced in Air, nonostante l'altissima qualità del lavoro, si denota che la band ha raccolto nei 15 anni di progetti paralleli le influenze più svariate abbandonando sempre di più quelle death metal. Nel 2010 fu infatti rilasciato un EP, Re-Traced, con alcuni brani di Traced in Air rivisitati e spogliati del tutto, o quasi, dai suoni metal, sfiorando addirittura, in alcuni casi, il trip-hop e l'ambient. Ed arriviamo al 2011 e a questo nuovo EP, Carbon-Based Anatomy. Se si è avuto la possibilità di ascoltare Traced in Air e Re-Traced si riuscirà subito a capire che questo lavoro con lo storico Focus non ha nulla da spartire se non i musicisti e le loro indubbie capacità tecniche e creative. CBA è un disco che sfiora sonorità post e ambient in moltissimi punti, ricordando lontanamente anche i Radiohead o gli ultimi Anathema, se non addirittura i Mogwai e i Sigur Ros. Rimangono vive le prese a piene mani di musica etnica e tribale (la opening track è presumibilmente un canto di questo tipo). I growl e gli screaming svaniscono del tutto e i suoni distorti di chitarra sono relegati a ben poche parti, ma questo non vuol minimamente dire che il disco sia brutto, anzi. Masvidal continua nell'uso di voci pulite e/o filtrate creando melodie facilmente digeribili e Sean Reinert rimane un batteriste fusion che si presta ad altro, colorando con lick tecnici e gustosi ogni sua entrata in scena. I pochi assoli di chitarra sono sempre ricercati, tecnici e melodici allo stesso tempo e il tocco di Masvidal rimane inconfondibile, così come lo era anche ai tempi di Human e Focus, tenendosi come sempre fuori da quasi ogni schema di assolo metal, se così si può dire. CBA è un disco piacevolmente lento, introspettivo, intenso. Nelle sue 6 tracce ci regala momenti decisamente pieni di trasporto capaci di emozionare non poco l'ascoltatore, a patto che questi non speri in un nuovo Focus. Se non avete preconcetti o aspettative legate al nome Cynic, chiudete gli occhi, fate partire il disco e lasciatevi cullare.

Voto:
◆◆◆
Label: Season of Mist



3 comments:

Alessandro "Mister" Violante ha detto...

Sto ascoltando il disco, non mi pronuncio perchè sono uno dei "vecchi fan" e non riesco a non pensare ai loro vecchi pezzi, anche se non ascolto più il genere da molti anni. Un piccolo appunto, sono Chuck Schuldiner e Gene Hoglan :)

Carlo Scioli ha detto...

Alessandro, grazie per le correzioni.. ho scritto senza controllare come si scrivessero i nomi.. spero che comunque la recensione ti sia piaciuta! :)

Alessandro "Mister" Violante ha detto...

Yeah! Fa sempre piacere leggere di metal, ogni tanto ho qualche ritorno di fiamma e mi sparo qualche discone

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