domenica 19 febbraio 2012

Slumberwood - Anguane (Recensione)

Slumberwood - AnguaneFormati da due membri precedentemente visti al lavoro tra le fila dei Mamuthones, i padovani Slumberwood giungono, dopo essersi fatti apprezzare nel 2009 con l'ottimo "Yawling Night Songs", al secondo capitolo con Anguane. Inutile star troppo a tergiversare sull' alta intensità lisergica dell'opera viste le personalità coinvolte nel progetto, alfieri di tutto rispetto della neo-psichedelia made in pizzaland (produzione e co-arrangiamenti a cura di Marco Fasolo dei Jennifer Gentle con cori di Federico dei Father Murphy).

Anguane non è solo un termine veneto ad indicare figure al centro di leggende locali metà donne e metà serpente, protagoniste conturbanti di incubi ed allucinazioni notturne, bensì un teatrino sonoro inscenato da tristi ed oscuri attori creepy in angusti spazi corrosi a metà strada tra delirio ad occhi aperti e febbricitante oppressione della quale al mattino non si vuol più avere memoria. Poco spazio alla forma canzone e molta enfasi donata alla ricerca strumentale d'atmosfera, accentuata da quell'esasperazione acidula tra intermezzi oblianti e coralità trasformiste. Il lungo incipit di "7th Moon of Mars" è la giusta premessa al viaggio che ci spetta nel lato più oscuro della nostra mente, in un universo a noi parallelo e sconosciuto nel quale le uniche guide, nonchè deterrenti alla pazzia, sembrano essere i nostri sensi. "Emerson Laura Palmer" è una citazione quasi doverosa in un lavoro enigmatico ed incredibilmente variopinto quanto un'opera di Lynch, e si presenta come parentesi memorabile nel suo passaggio da marcetta cantilenante a puro sfogo acido per poi liquefarsi nuovamente assieme al cantato in un oltremondo oscuro. Si passa in scioltezza dall' irresistibile leggerezza psycho-folk di "Everything is Smiling" alla spettacolare "Help Me Grampa", via di mezzo tra mantrico ecosistema post-rock e pop inacidito su conclusione elettronica, per poi lasciarsi intrattenere dal reiterante arpeggio in salsa glitch-ambient di "La Corsa del Lupo". Arrivano i rimproveri con la greve e marziale "Sargasso Sea" e ci si perde tra il criptico minimalismo di una "Mr Sandman" (cover delle Chordettes) divorata dalle fauci del sestetto ed espulsa grottescamente in una sorta di freak show senza mezzi termini. L'organo penetrante di "Harmonium" ci accompagna all'uscio di questo incredibile sabba pischedelico, con le sue liquide e goticheggianti rarefazioni.
E' alla fine, con la title track, che apriamo gli occhi su di una realtà che sembrava perduta e ora ritrovata nel mondo circostante, a sentir spegnersi l'ultima nota di piano lasciandoti solo a dialogare con il silenzio.

Anguane è un disco ben articolato, ricco di contenuti, fatto di dissonanze, di paesaggi atmosferici eccezionali ed intrecci di generi (ambient, folk, pop e avanguardia) reindirizzati a noi come attraverso una sorta di lente deformante. Una miscela che unisce e separa, fonde e disgrega nella meticolosa cura degli arrangiamenti un suono che sembra avvolgerti per intero e trascinarti nei suoi mutevoli labirinti. Assolutamente da provare.

Voto: ◆◆◆◆
Label: Tannen


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