martedì 17 aprile 2012

Afterhours - Padania (Recensione)

Afterhours - PadaniaLa tempesta è arrivata come un orologio svizzero e gli Afterhours si sono presentati puntuali all'appuntamento, ma di quella che doveva essere un'uscita provocatoria, con la bufera sul partito leghista questo disco rischia di diventare un amuleto magico di pura chiaroveggenza.
Cosa lega Padania alla Lega? Niente, se non un unico filo conduttore:
siamo fermi qui a guardare verso il niente. Frase estrapolata dal brano "Costruire per distruggere", evocata da quel paesaggio nebbioso in copertina, che è prima di tutto uno stato nella mente.

Decimo album per una band che ha ancora molto da raccontare di sé stessa attraverso la musica, tornata ad essere incisiva e che farà contenti i nostalgici di Hai paura del buio? con il ritorno in pianta stabile di
Xabier Iriondo, senza stravolgere la via sperimentale intrapresa con I milanesi ammazzano il sabato, dove invece compare ancora nelle vesti di ospite Enrico Gabrielli. Ma sono i testi di Manuel Agnelli a scuoterci con la sua scrittura diretta, mai scontata, che in questo caso ha permesso alla band di dare alla luce un concept album in cui convivono gli Afterhours sarcastici di Germi, quelli introversi e seducenti di Non è per sempre, ma soprattutto si ha una nuova spinta propulsiva, con testi pungenti incentrati sulla mancanza di consapevolezza dei singoli individui annebbiati dalle proprie ossessioni, in cui traspare una vena disillusa in concetti quali, il destino - che non è per forza scritto - fortuna, maledizione e oscurità che incombe su i più deboli, fino ad esplorare la dittatura che ognuno ha dentro di sé, dunque "ha ancora senso battersi contro un demone?".

Un disco in cui viene esaltata la crudeltà di alcune intransigenze che: È come un cane rabbioso che morde a sangue il mio futuro; in brani come Fosforo e Blu, Spreca una vita, Giù nei tuoi occhi, ritroviamo le chitarre taglienti, un cantato aggressivo che ti colpisce dritto alla stomaco, alternati a momenti meno irrequieti in acustico come Padania, Costruire per distruggere, Nostro anche se ci fa male. Nell'album sono presenti orchestrazioni di Rodrigo D'Erasmo come nel brano strumentale Iceberg, e nei due brevi Messaggi Promozionali, uno cantato, l'altro, una ripresa del primo tema sotto forma di réclame in cui Manuel Agnelli mette a disposizone il loro cd per degli spazi pubblicitari per "incrementare la tua attività e dare forza al tuo talento"... "per informazioni contatta il nostro sito".

L'album si presenta in modo uniforme, con 15 tracce prodotte da Tommaso Colliva e Manuel Angelli, ben calibrate, dove ognuna di essa è collocata al posto giusto. "Metamorfosi" è il brano che immette ansia nell'ascoltatore, che ha una fame divoratrice, ma nella parte centrale uno spartiacque emozionale placa anche gli animi impazienti con i brani "Fosforo e blu", "Padania" e "Ci sarà una bella luce" (uno dei più riusciti del disco), seguiti da i "Messaggi Promozionali", intervallati da pezzi che sembrano slegati dall'idea del concept, ma che in realtà non interrompono il discorso rimanendo lineari fino ai due brani conclusivi legati tra loro: "Iceberg" e "La terra promessa si scioglie di colpo", quest'ultimo un piacevole brano lento al pianoforte, e in un'altra salsa Manuel ci sottopone nuovamente al suo giudizio: "Senza cori né bandiere è uno stato nella mente e so che c’è una dittatura perché c’è qui dentro me".

Padania è un disco estremamente attuale, che affronta una fase complessa della nostra esistenza, fatta di rabbia, paure e preoccupazioni il tutto affrontato in modo alternativo rispetto al solito piattume che siamo sempre più spesso costretti a subirci. Per questo gli
Afterhours ancora una volta ci offrono importanti spunti di riflessione, un'ennesima prova superata, ma questa volta vogliamo che "Padania" consolidi il successo oltre i confini italici, anche se in questo momento forse non è proprio un titolo adatto da esportare.

Voto: ◆◆◆◆
Label: Germi / Artist First

1 comments:

Stefano ha detto...

Ho comprato il disco e, da fan degli Afterhours, devo dire che è l'ennesimo straordinario disco di una band che continua a stupirmi. Che musica ragazzi! Complimenti a te Giovanni per la recensione

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