E’ sicuramente con l’idea di volersi lasciare alle spalle la riva del “dietro le quinte”, che Pietro Bosio (ex bassista e arrangiatore di Laghi Secchi, Numero6 e Tarick1) e suo fratello Enrico (vocalist degli En Roco) prendono il largo con “L’abbrivio”. Termine abbrivio che la dice lunga sul loro primo lavoro e in effetti questa nautica parola, cara a gente che come loro viene dal mare (Genova), è usata per cosa o persona che si muove con forza dalle rive.
Ed è proprio nella seconda canzone “Lontano” che sentiamo
questa forza, accompagnata da una dolce chitarra ed un timido banjo, in un
melodico ritornello di un viandante smarrito, silenzioso scatto che ricorda
sicuramente una malinconica Genova.
Paesaggi, dolci melodie e banjo compaiono chiaramente anche in “Cimento”, ma non si può certo dire che il primo lavoro dei due fratelli Bosio , accompagnati da Giorgio Augerinos alla batteria, sia a senso unico.
Abbiamo infatti ben undici abbinamenti, varietà di temi, grande esperienza musicale e soprattutto genuinità di testi in questo disco.
Paesaggi, dolci melodie e banjo compaiono chiaramente anche in “Cimento”, ma non si può certo dire che il primo lavoro dei due fratelli Bosio , accompagnati da Giorgio Augerinos alla batteria, sia a senso unico.
Abbiamo infatti ben undici abbinamenti, varietà di temi, grande esperienza musicale e soprattutto genuinità di testi in questo disco.
Spazieremo dall’ironica
“No Vatican No Taliban” in cui il tema politico ed anticlericale si accompagna
deliziosamente ad un sottilissima melodia che esploderà solo alla fine in un
assolo di chitarra elettrica e synth, alla ben più introspettiva “Che fare?”
che, con i suoi solo tre minuti, ci fa letteralmente cambiare umore. Il tutto
ovviamente viene stravolto dalle successive tracce che con assoluta consapevolezza
di contrasti e sperimentazioni ci portano “In auto” dove non si può non notare
la comparsa del violino o la dolcezza
dell’immagine dei pesci che volano.
Ma parlare di canzoni forse è riduttivo, direi piccole
perle quotidiane, e forse l’ultima,“Verrà la pioggia”, a non pochi suonerà
come una vera e propria poesia, una di quelle che non riuscirà a scivolare via,
ma pulserà dentro tra synth, violoncello
e battiti con un coro che continuerà a riecheggiare nella testa.
Cantautorato contraddistinto da filosofia e stile che
riflette fedelmente un realismo naif che forse Pietro stesso ha vissuto negli
anni d’attesa.
Attesa, concepita un po’ come Bukowski scriveva : “Aspetti,
e se non succede niente, aspetti ancora un po’. E’ come un insetto in cima al
muro. Aspetti che venga verso di te. Quando si avvicina abbastanza, lo
raggiungi, lo schiacci e lo uccidi. O se ti piace il suo aspetto ne fai un
animale domestico.” I Bosio hanno atteso e ciò che noi ascoltiamo è solo realtà
“addomesticata” in musica, e che musica…
Voto: ◆◆◆◆◆
Label : The Prisoner Records
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