Stanchi della solita tiritera e magari anche un pò giù di corda? Spappolati di tanti ripescaggi “post”? Dal momento che cambiare vita risulta ostico provate almeno a cambiare per il momento musica. Non vi sembra facile? Provate a schiarirvi le idee mettendo le vostre “antenne” nella tracklist di “Poptimisti” del quartetto napoletano dei Coffee & Tv, e una certa cognizione di arte dell’intrattenimento sonoro prenderà forma nella vostra ingombrata “stanza del pensiero”.
Pop indigeno che guarda oltre cortina, lisco e gassato come un drink estivo, un insieme di fragranze “cantautorali” che hanno il vezzo – ogni tanto – di accorciare le distanze col cosmo brit mantenendo la parola italiana, un giovane apparentamento con le pulsioni di Damon Albarn “La mia ragazza” e un qualcosina di Arctic Monkeys che fanno tanto rifugio confortevole per ascolti stressati dal malessere sociale contingente; sei pezzi che costituiscono l’ossatura leggera e scorrevole di una tracklist interamente vaticinata per briosi palinsesti radiofonici, una forza simpatica e poppyes che prende e da confidenza sin dal primissimo giro di stereo.
Potremmo dire che è la carica sempre accesa della immensa creatività di questa napolitaneità, di quel magnetismo artistico che da sempre proviene dal suo centro focale, fatto sta che questi giovani baldi fanno un disco che fa scoprire un sacco di cose con pochissimi accorgimenti, fuori delle pause di riflessione e alla larga dagli spazi compressi esistenzialisti, si certo circolano amori, storie, sfighe e accessori, ma tutte col piglio jumpers, come ad esorcizzare con la seduzione del loro caracollare adolescenziale, vizi e virtù di un presente da prendere in mano certamente, ma solo quando si ha voglia.
I C&T hanno l’espressione sonica dei giocatori di session che non ha nulla a che vedere con l’underground, sembrano reduci da anni di palchi e tour, ottima è la resa d’insieme, basta sintonizzarsi sui falsetti filo-ska di “Cosa resterà”, il dinoccolamento di gambe e chitarra Bluvertigo Style “Persone”, il momento clubbing fumoso dove un Bennato girovaga indisturbato “Il meglio che puoi fare”, traccia che vede Alessandro Laraspata ed il rock che in “Bella gente” ironizza sulla società ed i suoi affittacamere del potere, e potrete constatare che la musica che arriva da questo “dischetto” non male affatto vi avrà sorpreso, conquistato.
Che dire, un lavoro di poche pose modaiole e molta sostanza hit, promosso!
Voto:◆◆◆◆◇
Label: Autoproduzione
Pop indigeno che guarda oltre cortina, lisco e gassato come un drink estivo, un insieme di fragranze “cantautorali” che hanno il vezzo – ogni tanto – di accorciare le distanze col cosmo brit mantenendo la parola italiana, un giovane apparentamento con le pulsioni di Damon Albarn “La mia ragazza” e un qualcosina di Arctic Monkeys che fanno tanto rifugio confortevole per ascolti stressati dal malessere sociale contingente; sei pezzi che costituiscono l’ossatura leggera e scorrevole di una tracklist interamente vaticinata per briosi palinsesti radiofonici, una forza simpatica e poppyes che prende e da confidenza sin dal primissimo giro di stereo.
Potremmo dire che è la carica sempre accesa della immensa creatività di questa napolitaneità, di quel magnetismo artistico che da sempre proviene dal suo centro focale, fatto sta che questi giovani baldi fanno un disco che fa scoprire un sacco di cose con pochissimi accorgimenti, fuori delle pause di riflessione e alla larga dagli spazi compressi esistenzialisti, si certo circolano amori, storie, sfighe e accessori, ma tutte col piglio jumpers, come ad esorcizzare con la seduzione del loro caracollare adolescenziale, vizi e virtù di un presente da prendere in mano certamente, ma solo quando si ha voglia.
I C&T hanno l’espressione sonica dei giocatori di session che non ha nulla a che vedere con l’underground, sembrano reduci da anni di palchi e tour, ottima è la resa d’insieme, basta sintonizzarsi sui falsetti filo-ska di “Cosa resterà”, il dinoccolamento di gambe e chitarra Bluvertigo Style “Persone”, il momento clubbing fumoso dove un Bennato girovaga indisturbato “Il meglio che puoi fare”, traccia che vede Alessandro Laraspata ed il rock che in “Bella gente” ironizza sulla società ed i suoi affittacamere del potere, e potrete constatare che la musica che arriva da questo “dischetto” non male affatto vi avrà sorpreso, conquistato.
Che dire, un lavoro di poche pose modaiole e molta sostanza hit, promosso!
Voto:◆◆◆◆◇
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