venerdì 4 gennaio 2013

Calibro 35 - Dalla Bovisa A Brooklyn (Recensione)

Chi l'ha detto che la musica italiana sia completamente morta? O che noi Italiani abbiamo l'inventiva sotterrata? Forse sarebbe ora di ricredersi, perchè i Calibro 35 non sono la solita roba estemporanea dal sapore di successo dell'anno o dalle idee improvvisate. L'ultima golden age nazionale, che ha visto in azione thriller e poliziottesco, è la base irrinunciabile da cui la band milanese prende avvio per la sua trilogia di album "Calibro 35", "Ritornano Quelli Di...Calibro 35" e il recente "Ogni Riferimento A Persone Esistenti O A Fatti Realmente Accaduti È Puramente Casuale", uscito nel Febbraio dell'anno appena trascorso, peraltro pubblicato anche in versione americana. È proprio dall'esperienza nella Grande Mela che nasce "Dalla Bovisa A Brooklyn", opera contaminatoria che fonde insieme immagini fumettistiche e 6 tracce che sanno di mafia italoamericana e moderno grottesco. Il fumetto, disponibile in formato pdf, è stato realizzato dal disegnatore Gianfranco Enrietto e dal veterano punk Marco Philopat, una presenza di non poco conto per la riuscita tragicomica del pezzo figurativo, che documenta con sguardo melodrammatico ma divertente l'esperienza newyorkese della band. Per il resto, è tutta farina del sacco dei Calibro, i quali, non abbandonando i toni psycho-funk che li contraddistinguono, richiamano alla mente fughe e inseguimenti criminali anni Settanta. i cui registi Mario Bava e Sergio Sollima sono sicuramente i maestri indiscussi. Quella stessa patina pulp tanto osannata quanto ripresa nei film di Fulci da Tarantino è altrettanto presente in tutti i brani strumentali dei Calibro, traboccanti dei fiati/organi di Enrico Gabrielli, le batterie affannose di Fabio Rondanini e le chitarre fuzz di Martellotta, coronato da un espertissimo Luca Cavina al basso elettrico (peraltro collaboratore con Mongardi per gli Zeus!, Transgender, Hellish, Pornoise, Pixel Johnson, Beatrice Antolini), il tutto sotto l'acuta direzione tecnica di Tommaso Colliva. I titoli volutamente bilingui o comunque arguti - "Broccolino Funk", "Bushwick Nigeria", "New York By Nigh"t - ritraggono spaccati di vita artistica passata a cavallo tra due mondi oltreoceano, il vecchio Spaghetti Western di Morricone-Leone e le nuove preoccupazioni che già il grande Dario Argento metteva su pellicola con gli indimenticabili "L'Uccello Dalle Piume Di Cristalloe "Quattro Mosche Di Velluto Grigio". "Il Padrino" porta omaggio all'intramontabile The Godfather di Francis Ford Coppola mentre l'argentiana nonchè gobliniana "Death Dies" si muove con martellante groove jazz-funk impreziosito da strascichi psichedelici. Quella dei Calibro è una cesellata azione metamusicale, attraverso cui i nostri occhi possono rivedere scenografie urbane di un tempo in cui la creatività italiana, fatta di misture, colonne sonore e implicazioni culturali, non aveva nulla da invidiare ai rigogliosi afflati dei paesi stranieri.


I revivalismi possono pure starci, ma fino a un certo punto. Dopodichè, è tutta questione di saper adattare e suonare freschi sino all'oggi. Non c'è dubbio, che in questo, i Calibro 35 abbiano vinto la sfida.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Tannen Records 



 

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