lunedì 10 marzo 2014

Le Luci Della Centrale Elettrica - Costellazioni (Recensione)

La prima volta che ho ascoltato Vasco Brondi, le sue Canzoni da spiaggia deturpata, qualche anno fa, non avrei neanche minimamente immaginato che il ragazzo di Ferrara sarebbe diventato un'icona della scena musicale italiana. Pian piano, con il passare degli anni, mi sono fatto la mia idea e oggi, Costellazioni è la definitiva certezza che mi sbagliavo. Nel 2014, Le Luci Della Centrale Elettrica sono una delle realtà più importanti del nostro panorama musicale.
La capacità del Vasco di Ferrara di comunicare immagini, sensazioni, emozioni, in un modo tutto nuovo e personale, astratto e surreale, ha vinto la concorrenza di una maniera di fare canzoni d'autore ormai antiquato e superato. Costellazioni è la definitiva consacrazione di un progetto che sembrava nato per sperimentare e che invece è diventato un simbolo della canzone italiana a metà strada tra nicchia e mainstream. Lo stile è ormai inconfondibile, come l'abitudine ormai assodata di riesumare  i mostri sacri del passato. Dalle prime note di " La terra, l'Emilia, la luna", sembra che Vasco voglia resuscitare il Rino Gaetano più ricercato, abbandonando il sound grezzo dei garage a Milano Nord, per cimentarsi in melodie più azzeccate e in un sound decisamente più collaudato. I passi di " Macbeth nella nebbia", anticipano quello che secondo me è uno dei pezzi più belli mai scritti dal cantautore ferrarese, " Le ragazze stanno bene". Il primo singolo lanciato in rete " I destini generali", più si ascolta e più diventa orecchiabile, evento raro nei precedenti lavori. Vasco si lascia andare ad un ritmo decisamente più pompato quando lancia nel vuoto " Firmamento" e la passione per i CCCP  insieme all'esperienza artistica con Giorgio Canali sono entrambe ben presenti e riconoscibili in "Ti vendi bene", altro pezzo azzeccato del disco. La malinconica "I Sonic Youth" entra tra le mie preferite insieme a " Una cosa spirituale", dove oltre alle chiare sfumature del su citato Rino Gaetano possiamo trovare anche una citazione di De Andrè ( " Se ti tagliassero a pezzetti, il vento li disperderebbe " ). Il disco è abbastanza fluido, nonostante Brondi si sia dilungato abbastanza nella durata, con le azzardate 15 tracce che sono di sicuro una scelta coraggiosa e si destreggiano bene sopratutto negli ascolti successivi. Senza voler esagerare lo reputo forse il suo disco più completo, probabilmente c'è quel qualcosa in più che mancava nei precedenti lavori. Costellazioni non passerà inosservato, con il suo parlarci delle stelle, della Terra, della luna e della Via Lattea. Il tema dell'amore sempre in grande spolvero come i riferimenti al passato e al futuro, ai materiali fragili con cui costruire quello che verrà, dopo aver cancellato tutto come in un dopoguerra, badando sopratutto alle parole, che a volte valgono più dei nostri lunghi abbracci.

Voto: ◆◆◆
Label: La Tempesta Dischi

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