Sarà che sono un'anima semplice,
ma io Savona me l'ero sempre immaginata col sole e col mare. Poi sono
arrivati Gli Altri a dipingermi uno scenario fatto di cantieri
costruiti nella notte, ecomostri e cimiteri a cielo aperto (da
“All'Orizzonte”), e ho capito che il mare può essere triste non
solo d'inverno. Se poi l'intera scena della zona savonese-genovese
decide di mettersi assieme, mischiandosi in formazioni improvvisate,
per dare alla luce una compilation che prende il nome de L'Inverno
Della Civetta...beh, il disagio rischia di crescere a livelli enormi,
anche se il tutto esce a ridosso della primavera. In realtà non è
così, e per quanto l'apertura con “Territori Del Nord Ovest” sia
una cupa e tenebrosa copertina musicale del progetto all'interno
della scena c'è ben di più. Tanto di più.
Perchè dopotutto da un progetto
che riunisce membri di Meganoidi, Isaak, Numero 6, Od Fulmine,
Kramers, Bosio, Eremite, Gli Altri, The Washing Machine, Giei, Madame
Blague, Demetra Sine Die, Lilium, Merckx e Mope (più il non
autoctono Izio Orsini di Jackie O's Farm e La Notte Dei Lunghi
Coltelli), tutti provenienti dalle città liguri e dintorni, non ci
si può certo aspettare un'unica sfaccettatura musicale. Magari
neanche la qualità, e invece di quella ce n'è a palate. Perchè in
qualunque genere esplorato c'è una gran voglia di fare le cose
perbene, con idee non banali e ottime sonorità.
Ma di cosa si compone il menù?
C'è spazio per atmosfere ripescate dal flower power dei 60's
ibridato con un retrogusto di country polveroso (“Messaterra”),
per chitarre dal sapore spagnoleggiante su cui si appoggia un duetto
maschile/femminile di sussurranti voci (“Numero 7”), emocore
veloce e grintoso (“Amaro”), scintille post-hardcore strumentali
dalle distorsioni granitiche (“Bantoriak”). Per i palati che non
disdegnano sonorità meno estreme lo chef consiglia gli echi anni
novanta dell'alternative rock piacevole ma a tratti scontato di
“Chewbacca On Surf””, per chi vuole osare un po' di più è
pronta la grinta più rocciosa di “Crisaore”, complice una voce
femminile trascinante, ma sono gli estimatori delle prelibatezze
apparentemente più ostiche (non ostriche ahahahah e tutti giù a
ridere. Dai ridete) che possono leccarsi i baffi. Dai dilatati
paesaggi shoegaze di “Morgengruss” (paradossalmente richiamanti i
misconosciuti londinesi "Notorious Hi-Fi Killers") all'infinita
cavalcata fra post rock e distorsioni stonereggianti della bellissima
“Estonia” (impreziosita da dialoghi tratti da Stalker del regista
russo Andrej Tarkovskij) è tutto una delizia, anche quando i tempi
si fanno meno dilatati ed è la pura e semplice energia distorsiva
della conclusiva “The Shivering Tree” ad emergere: stoner fatto
come Dio comanda, un finale più che mai azzeccato.
Nato attorno al Greenfog Recording Studio fondato ormai dieci anni fa dai Meganoidi, e benedetto dalla collaborazione di due etichette molto attive nella scena come DreaminGorilla Records e Taxi Driver Records, L'Inverno Della Civetta porta alla ribalta una scena che non conoscevo (mentirei se dicessi di conoscere più di 4-5 dei gruppi elencati più in alto) e meritevole di attenzione senza dubbio alcuno. Ad impreziosire un collage già di per sé affascinante arriva anche la cover di Jessica Rassi, ottima illustrazione di un'artista a tutto tondo vista la sua attività di musicista nei già citati Mope. Un modo ideale per chiudere il cerchio di una produzione fieramente di zona ma dal retrogusto internazionale.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: DreaminGorilla/Taxi Driver
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