martedì 6 maggio 2014

Two Fates - /Tree Ep (Recensione)

Un duo che sul palco suona come se fossero in sette: così si presentano i Two Fates, ovvero Loredana Di Giovanni (voce, tastiere e percussioni) e Giuliano Torelli (chitarra, basso, drum pad ed effetti vocali), o LorElle e Tiresia come preferiscono farsi chiamare, capaci con tanta fantasia di creare una macchina (la Two Fates Machine) che permette loro di mantenere anche nella dimensione live la complicata e surreale sarabanda di suoni che in questo ep vengono per la prima volta raccolti su supporto “fisico”, nonostante 5 anni di attività anche sotto altri nomi. Una genesi originale, ma cosa fanno in definitiva i due?
Il genere di riferimento è un pop elettroacustico in cui la parte elettronica e “rumoristica” è preponderante sul resto, un humus musicale su cui si appoggia il punto di forza della band, ovvero la voce di LorElle. Con un tono che ricorda molto la voce di Elisa la voce dei Two Fates riesce a dare profondità alle sensazioni che scaturiscono dall'ascolto dei vari pezzi, sia che l'atmosfera sia leggiadramente fatata (“Verde”, in cui è la chitarra acustica a comandare le danze per la maggior parte del tempo) o più scura e malinconica (l'iniziale “Blu”), e sia che la lingua usata sia l'italiano o l'inglese. Una bella voce usata bene è un valore aggiunto, ma se i 6 pezzi di /Tree (più un remix, invero non all'altezza dell'originale, di “My Story's Not My Destiny”) funzionano così bene è anche merito di arrangiamenti curiosi e particolari. Che si mettano a giocare con atmosfere vicine alla new wave come in “Il Sogno, L'Addio” o prediligano la solarità minimale condita da gocce di psichedelia di “It's The Rain” i Two Fates riescono a dare sfoggio di una misurata capacità di mettere gli elementi giusti laddove devono andare, senza mai strafare. Il tutto permettendosi anche esperimenti sonori particolari ed azzeccati, come le percussioni vocali che condiscono la vivace e surreale “My Story's Not My Destiny” o la chitarra spagnoleggiante nei ritornelli dell'uggiosa “Sangue”, su cui fra l'altro le melodie vocali create da LorElle raggiungono l'apice. Testi curiosi e ben scritti sono poi la ciliegina sulla torta, e chissà che dopo il “cazzo inutile” di cui cantava Manuel Agnelli in Il Sangue Di Giuda non sia la “vagina spossata” evocata nell'onirica “Il Sogno, L'Addio” a portare fortuna alla band (sperando che non abbia ragione Maude Lebowski quando dice che la parola vagina mette a disagio gli uomini).
Solo 6 pezzi, ma che pezzi. LorElle e Tiresia fanno confluire in questa manciata di brani una mole di idee impressionante, unendo la fantasia ad una personalità ben definita e ad una ricerca sonora coi fiocchi. Se il buongiorno si vede dal mattino questo Trees non può che essere il primo passo di un cammino luminoso, sperando che di questo progetto non ci si accorga solo nel ristretto mondo dell'indie italiano...e chi sa che la voce fenomenale di LorElle non possa essere la chiave per aprire le porte di un mercato dove, volenti o nolenti, la qualità vocale passa sopra alle capacità negli arrangiamenti: i Two Fates hanno entrambe le componenti, sarebbe una ventata d'aria fresca per qualunque airplay radiofonico.

Voto: ◆◆◆
Label: Autoprodotto

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