Un duo che sul palco suona come
se fossero in sette: così si presentano i Two Fates, ovvero Loredana
Di Giovanni (voce, tastiere e percussioni) e Giuliano Torelli
(chitarra, basso, drum pad ed effetti vocali), o LorElle e Tiresia
come preferiscono farsi chiamare, capaci con tanta fantasia di creare
una macchina (la Two Fates Machine) che permette loro di mantenere
anche nella dimensione live la complicata e surreale sarabanda di
suoni che in questo ep vengono per la prima volta raccolti su
supporto “fisico”, nonostante 5 anni di attività anche sotto
altri nomi. Una genesi originale, ma cosa fanno in definitiva i due?
Il genere di riferimento è un
pop elettroacustico in cui la parte elettronica e “rumoristica” è
preponderante sul resto, un humus musicale su cui si appoggia il
punto di forza della band, ovvero la voce di LorElle. Con un tono che
ricorda molto la voce di Elisa la voce dei Two Fates riesce a dare
profondità alle sensazioni che scaturiscono dall'ascolto dei vari
pezzi, sia che l'atmosfera sia leggiadramente fatata (“Verde”, in
cui è la chitarra acustica a comandare le danze per la maggior parte
del tempo) o più scura e malinconica (l'iniziale “Blu”), e sia
che la lingua usata sia l'italiano o l'inglese. Una bella voce usata
bene è un valore aggiunto, ma se i 6 pezzi di /Tree (più un remix,
invero non all'altezza dell'originale, di “My Story's Not My
Destiny”) funzionano così bene è anche merito di arrangiamenti
curiosi e particolari. Che si mettano a giocare con atmosfere vicine
alla new wave come in “Il Sogno, L'Addio” o prediligano la
solarità minimale condita da gocce di psichedelia di “It's The
Rain” i Two Fates riescono a dare sfoggio di una misurata capacità
di mettere gli elementi giusti laddove devono andare, senza mai
strafare. Il tutto permettendosi anche esperimenti sonori particolari
ed azzeccati, come le percussioni vocali che condiscono la vivace e
surreale “My Story's Not My Destiny” o la chitarra
spagnoleggiante nei ritornelli dell'uggiosa “Sangue”, su cui fra
l'altro le melodie vocali create da LorElle raggiungono l'apice.
Testi curiosi e ben scritti sono poi la ciliegina sulla torta, e
chissà che dopo il “cazzo inutile” di cui cantava Manuel Agnelli
in Il Sangue Di Giuda non sia la “vagina spossata” evocata
nell'onirica “Il Sogno, L'Addio” a portare fortuna alla band
(sperando che non abbia ragione Maude Lebowski quando dice che la
parola vagina mette a disagio gli uomini).
Solo 6 pezzi, ma che pezzi.
LorElle e Tiresia fanno confluire in questa manciata di brani una
mole di idee impressionante, unendo la fantasia ad una personalità
ben definita e ad una ricerca sonora coi fiocchi. Se il buongiorno si
vede dal mattino questo Trees non può che essere il primo passo di
un cammino luminoso, sperando che di questo progetto non ci si
accorga solo nel ristretto mondo dell'indie italiano...e chi sa che
la voce fenomenale di LorElle non possa essere la chiave per aprire
le porte di un mercato dove, volenti o nolenti, la qualità vocale
passa sopra alle capacità negli arrangiamenti: i Two Fates hanno
entrambe le componenti, sarebbe una ventata d'aria fresca per
qualunque airplay radiofonico.
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Autoprodotto
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