Il primo album che ho recensito in vita mia è stato "The Hawk is Howling", in quel periodo ero molto in fissa con i Mogwai, tanto da potermi permettere di mandare un articolo di prova ad una nota webzine che poi mi prese a scrivere per loro. Sono passati tre anni e da allora di articoli ne ho scritti molti. Quando decisi di aprire Stordisco un pò per scaramanzia, un pò perché i Mogwai sono i Mogwai, senza esitazioni, il primo album che ho recensito è stato "HWNDBYW".
Questa è la recensione numero 200 di Stordisco, vista la sinergia perpetua tra me ed i Mogwai e dopo aver preso atto di tutto quello che siamo riusciti a fare in pochissimo tempo attraverso questo portale, mi appresto a parlare di "Earth Division", il nuovo Ep della band scozzese.
Sia chiaro, quello che sono stati i Mogwai fino a tre anni fa difficilmente lo sono tutt'ora. Capita a chi è riuscito a fare la storia di un genere musicale, o quanto meno a stravolgere e soppiantare un genere come il rock, ed evolverlo a post-rock. Un discorso a parte sarebbe da fare su i loro live, ma su questo non c'è nulla da obiettare, sono ancora la band post-rock numero uno al mondo. Quindi il problema è prettamente nella fase creativa, dove appunto dopo 7 album (compreso l'ultimo), 7 Ep e 2 soundtracks, comincia ad essere difficile continuare ad essere originali come è capitato negli esordi. Ed anche se un'etichetta come la Sub Pop decide di credere ancora in una band di questo calibro, di fatto la sostanza comincia a venire meno, perché quando una band cerca di rinnovarsi e non sa da dove ripartire, iniziano a venire a galla alcuni problemi, soprattutto nell'ambito di un genere già invecchiato come il post-rock, dove è ancora più difficile capire il proprio pubblico.
Quest'ottavo Ep avrà il compito di rappresentare la fase di transizione della band, essendo questi quattro brani esclusi da "Hardcore Will Never Die, but You Will", e contando che quest'ultimo album aveva l'intento di tendere la mano all'inde-rock, doveva per forza di cose non avere brani che richiamassero troppo il passato, quindi quest'ep fa presagire la fine di un fase importante, ma senza il benservito.
”Earth Division" si apre con un brano tetro al piano dal nome "Go to France", che ci proietta subito in uno spazio claustrofobico, che si addolcisce con "Hound of Winter", un brano chitarra e voce, uno dei pochi nella discografia della band di Glasgow. Il pezzo successivo "Drunk and Crazy", con le sue sonorità prima elettroniche e poi drammatiche da film commuovente.
Il quarto ed ultimo brano "Does This Always Happen?" chiude nostalgico quest'ep su note di chitarra, piano ed archi.
Cosa avranno intenzione di fare in futuro non si sa, chi li ama li segua ancora, senza pretese, ma con tanto rispetto per questa band che ha dato tanto alla musica mondiale, che nonostante sia rimasta sempre in disparte è riuscita a regalarci dei capolavori che poche band sono state capaci di comporre.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Sub Pop/Rock Action Records
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