mercoledì 7 settembre 2011

Vegetable G – L’Almanacco Terrestre (Recensione)

Vegetable G L'almanaccio Terrestre CoverI pugliesi Vegetable G scoprono la lingua italiana dopo quattro passati musicali dedicati alla fonetica inglese e lo fanno in questo nuovo disco fresco di stampa “L’almanacco terrestre”, un tripudio d’indiepop come sempre sospeso come un’architettura di sogni e fantasie che non disdegnano incursioni nelle grandi praterie poetiche di un Battiato e nel cantautorato soffice di stampo Gazzèiano, un disco di cose interessanti e dalle idee ben chiare che svia la convenzionalità dei circuiti di massa – anche se molti trovano questo lavoro sceso a compromessi con la suddetta massa – e che fortunatamente ancora rimane “avanguardia” intesa come freschezza indipendente, vergine in qualche modo dalle sgrinfie dei diktat da tavolino.

Musica cantautorale accattivante, completa e agile, una formulazione sonora che arriva, ti rapisce e non ti molla più, una felice ispirazione totale che della quale dobbiamo confessare di aver oramai perso il conto di tutte le emozioni e i randagismi mentali che ci offre ascolto dopo ascolto, specie se ci perdiamo tra i viali acustici dello straniante madrigale che minuetta in “Il giardino delle sfere”, se c’incantiamo nell’apparente spensieratezza di “L’almanacco terrestre” o ci riscaldiamo con lo spiraglio di uno shake sixsteen sopra trucioli di violino “Il cielo di Van Gogh” , oppure lasciandoci cullare al caracollìo indulgente e sognante della schiena fantastica di “L’idea del Plancton” prima di andare in orbita tanto in alto, ma tanto in alto dove l’amore “dentro i ricordi tutto si rigenera” “Galaxy Express”; il pop poetico da fine estate nostalgico e fondante di queste dieci tracce, a fine corsa ci lascia un sapore in bocca come di una mentina che seguita a rilasciare fragranza come appena ingoiata, quel senso di appagamento intimista che pochi dischi nell’odierno riescono a dare senza slanguidirsi nei peccati veniali dell’ovvietà.

Questi vegetali pugliesi convincono sempre di più, oramai certificato di garanzia assoluta di buona musica e di altrettanta poetica picaresca, un mix di Benni, Pierrot Lunaire e sana dieta musicale mediterranea pronta a farsi invidiare dai “piani più alti” dei circuiti sonori.

Vegetable G, il buono ed il bello a kilometri zero.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Ala Bianca Records 2011

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