martedì 1 novembre 2011

Golden Kanine – Oh Woe! (Recensione)

Golden Kanine – Oh Woe! Wilco, Jayhawks e 16 Horse Power che ballano felici sulle congiunture sognanti dei Lambchop: il folk scandinavo dei Golden Kanine fa rumore, non tanto perché “Oh Woe!” desta un abnorme e sicuro interesse per l’impegno profuso dalla band a far sì che sia una “americanata” di tutto rispetto – questo è una prova riuscita - piuttosto per l’insolito progetto che dalle altitudini d’Europa in cui la band , con audacia prossima della sfida, riesce a tenere testa alta a tutte quelle formazioni che, dall’altra parte dell’Oceano, fanno divismo e mostrume sacrale delle loro gesta lo-fi et similia.

Gli svedesi Andreas Oirog e Linus Lindvall sono anni che ci provano, sono anni che ad ogni giro discografico, limano, rivedono e compattano il loro sound fino ad approdare esausti ma soddisfatti a questo lavoro tra il pimpante western-vaudeville ed il malinconico e raffinatissimo sguardo cantautorale che mette soggezione e rispetto, due caratteristiche queste che il neon acceso della formattazione formativa dei Golden Kanine le fa illuminare di bellezza e sottile psichedelia; nessuna rilettura o digressione circa lo stile folk, ma una tradizionalità fluttuante e liberatoria, fedele all’originale alternative ma riverberata della primitività “di tutto quel che accadde” prima, oltre e dentro l’avventura della solitudine cantata.

Un disco di rubini e diamanti impolverati di valore assoluto, il ritmo da saloon che si fa charleston fra trombe, violini, lap-steel, cori alcolici “Climb”, “All must die”, il vento tex-mex che alita Talking Heads e frontiere da passare “Burial”, la preghiera tribal che fa mistero in “Oh Lord” e la stupenda struggenza fatta ballad di “Back from the wood” che aiuta a tirar su quella cortina fitta fitta di nebbia – come un sipario di un piccolo teatrino di provincia – su quest’ottimo registrato, su queste sincere e senza spocchia poesie che si fanno appendere teneramente tra la memoria ed i nuovi istinti sonori.

Caldamente consigliato ad appetiti tranquilli che della velocità famelica dei contagiri stereo non sanno che farsene.

Voto: ◆◆◆
Label: Glitterhouse


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