Sono le 3 di notte ed è una di quelle notti che sembra non passerà mai, allora ti metti su in cuffia gli In a Sleeping Mood e ascolti questa loro "Bozza" nel momento che ti accompagna verso l'oblio di Morfeo. E allora questo lavoro, il lavoro di un duo italiano impiantato in Inghilterra, diventa un viaggio, prima che un viaggio dentro la musica d'avanguardia è un viaggio dentro te, te che sei l'ascoltatore. Ho ascoltato questo disco in due periodi differenti, all'inizio non lo capivo, adesso a distanza di settimane ne ho preso coscienza. Dimentichiamo per un attimo il lato strettamente musicale e utilizziamo un approccio più personalistico ma che ci riflette, credo, un po' tutti. Questa Bozza rappresenta le fasi del sonno, il sonno travagliato di tutti coloro che si trovano di fronte alle grandi scelte della vita di tutti, di tutti quelli che devono mettere avanti la prossima pietra del loro futuro. Siamo in tanti, ed è difficile descrivere queste sensazioni se non con un disco difficile da discutere come questo. I brani non hanno titolo, ma non seguono un ordine logico, prima c'è Draft 1, poi Draft 6, etc... e la bonus track si chiama Draft 0. In questo senso è un lavoro ipertestuale, vi invito ad ascoltare i brani secondo questa sequenza numerica e non secondo l'ordine delle tracce. È, come direbbe Umberto Eco, un'opera aperta, ma d'altronde la nostra condizione esistenziale è una costante opera aperta dove non ci sono veri punti di contatto ma solo idee e sensazioni. Potremmo anche definirlo un flusso indistinto secondo l'accezione di Raymond Williams. In questo senso Draft è una creazione post - Fluxus. Iniziamo la nostra avventura notturna nei meandri di un disco volutamente cupo, lento e tetro, come la notte, come la discesa verso il nostro personale universo onirico e che, così come un flusso, non possiamo distinguere nelle sue parti. Draft1 è un pezzo minimalista, tutto giocato su pianoforte e strumenti ad arco, un pezzo che con quel suo semplicissimo giro di note ti entra in testa e ti distrugge psicologicamente. Queste note, ossessive, insistenti, cadenzate, ci ricordano la nostra piccolezza nei confronti dell'universo, magari ci faranno uscire una lacrima, ci destabilizzeranno. Draft1 ci spaccherà in due. Draft6 inizia la discesa con un uso del sintetizzatore che ci fa sentire il nostro abbandono nei confronti di una atmosfera IDM dura e pressante, ma i suoni non sono duri anzi, sono petroliferi, e questo suono ha pochi paragoni. Si potrebbe descrivere immaginando un paesaggio in cui suoni onirici si contrappongono a strutture pesantissime che buttano costantemente giù, è come discendere nell'inferno dantesco. Draft2 è un pezzo abstract IDM che ci immerge in uno spazio movimentato e scuro, in cui si è circondati da tanti beat, da tante strutture ritmiche diverse, incomplete, perchè Draft è una Bozza. Come uscirne? Con Draft4. Qui i ritmi si allentano, la durissima tensione sviluppata in Draft2 si apre a un loop di chitarra che ci fa riemergere per un momento, sembra di ascoltare gli Underworld di "A hundred days off", tiriamo su un respiro di sollievo. Ci chiediamo se fosse solo un sogno, ma in basso, nel basso di queste chitarre va riemergendo un rumore bianco, non è ancora finita. Draft3 ci immerge nuovamente nell'abstract IDM con toni duri e beat pesanti, ma non pesantissimi come prima. Un sample (di non so cosa) spezza l'atmosfera e poi si rientra giù, ma stavolta non così giù. Forse qui ci sono troppi suoni, troppe idee, il sonno si va quasi interrompendo, e questo brano mi convince meno degli altri, forse andava sviluppato leggermente meglio. Draft5 ci rasserena con dei dolci suoni di pianoforte e di chitarra, in una lunghissima ballata strumentale che finalmente ci accompagna verso mondi lontanissimi, lontani dall'inferno psicologico che abbiamo percepito nei primi brani, ma questi mondi sono malinconici, ci invitano ad una riflessione su molte cose, a rimettere in gioco tutto. Questi suoni sono rassicuranti ma ci invitano a parlare a noi stessi così come un lupo ulula guardando la luna. Draft0 è l'epilogo, è il punto 0 del nostro viaggio, è quel punto che non possiamo classificare. È un lungo brano di 13 minuti e riporta dentro la chitarra, il pianoforte, quel mood malinconico e onirico, è il punto di non ritorno, siamo giunti a destinazione. È il sonno vero e proprio. Dopo lunghe peregrinazioni siamo giunti finalmente al momento tanto atteso. Musicalmente parlando questo è anche il pezzo che riassume tutta la ricerca avanguardistica del duo, ma sarebbe molto riduttivo parlare di questo lavoro come di un disco di elettronica avantgarde, lo si metterebbe alla stregua di molti altri che gli sono inferiori per pathos e capacità di emozionare. Consiglio ai lettori di ascoltare questo disco nella notte, da soli nella propria stanzetta, al buio delle serrande e con il pigiama addosso. Non ve ne pentirete.
Voto: ◆◆◆◆◆
Lebel: Autoproduzione / Yo[U-Turn]
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