giovedì 22 marzo 2012

Autoclav1,1 - Embark on departure (Recensione)

Autoclav1,1 - Embark on departure Stati Uniti. In una terra in cui elettronica significa principalmente detroit techno e industrial metal, laggiù nell'underground (ma non troppo) c'è Tony Young, famoso in passato come promoter di certa scena elettronica intelligente (e neanche troppo), ambientale e dura, serrata ed ermetica come un autoclave, influenzata talvolta da certa breakcore d'assalto ragionato talvolta dall'elettronica passata e ripassata nel calderone e quindi svuotata di ogni carica esplosiva, e da qualche anno musicista in prima persona, esponente di un genere che sta emergendo sempre più forte tra webradio e ristrette cerchie di locali. Young propone una formula ancora fresca e interessante, posta perfettamente all'interno del suo tempo, all'interno del clima post-IDM da guerra nucleare alla quale egli risponde estremizzando la formula e rendendola meno friendly rispetto alle sperimentazioni dei suoi, seppur enormemente più blasonati, colleghi di lavoro. Autoclav1.1 non è un genio ma conosce la sua materia sonora e si presenta molti passi avanti, si propone come una ottima alternativa alla maggior parte del panorama commerciale attuale, proprio in quanto se ne pone al di fuori. Si diceva che non è un disco che fa gridare al miracolo, non è un capolavoro ma è un ottimo ascolto. Nonostante indubbiamente il tutto suoni molto bene e ci sia un chiaro legame tra la maggior parte dei brani, tutti di alto livello, Young non dice nulla di nuovo e si attesta su quella formula di alto livello di musica intelligente e austera nella sua freddezza monumentale. Così il disco và avanti intervallato da esperimenti differenti come in Recent conversation, brano breakcore d'assalto, la metallurgica Scars e la successiva InhaleExhale, altrettando dura. Successivamente si torna sui toni freddi, cupi e ambientali fino alla conclusiva Stop the clock, e il disco si ripete sempre, all'infinito, come un loop senza un reale inizio e una reale conclusione, in un ascolto che convince ma che non si pone come paradigmatico. Un disco consigliato agli appassionati del genere.

Voto: ◆◆◆
Label: Tympanik audio

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