giovedì 13 settembre 2012

Metroland - Mind the gap (Recensione)

Un tempo era l'autostrada. un tempo era l'Autobahn. Era il 1974 ed erano i Kraftwerk, era la Germania che dettava la sua legge nella musica elettronica. Oggi, nel 2012, ci sono i Metroland e l'orbita musicale non si è spostata di molto, siamo in Belgio, dove i due "Passengers" si preoccupano di traslare in una musica sapiente e perfetta il concetto di Autobahn in quello di Metro-land. Certamente molti di noi hanno avuto a che fare con il piacere dell'utilizzo delle metropolitane per connettersi velocemente tra un luogo e l'altro. Quello che però è interessante è il modo in cui i nostri due musicisti riescano ad esprimere il concetto di metropolitana in musica. La copertina di Autobahn mostrava un'autostrada tedesca, simbolo dell'immensità di qualcosa che va, senza una fine ben precisa, sin dalle liriche "Di fronte a noi c'è un'ampia vallata, il sole sta sorgendo coi suoi raggi brillanti". Se il viaggio dei Kraftwerk è un viaggio che si svolge all'esterno, quello dei belgi si svolge all'interno di un circuito astratto, distante dal reale, che annulla le distanze, che si esprime perfettamente nel senso di "Destination unknown", come recita un sample del disco. I mondi dei Kraftwerk e dei due Passengers sono legati anche e soprattutto musicalmente, la materia sonora è identica, identici sono i procedimenti utilizzati, sintetizzatori, vocoder, una tendenza verso la kraut-music, insomma, siamo di fronte a un capolavoro, un disco old style ma allo stesso tempo new style, un disco dove la parte del padrone è svolta dai samples, dalle strutture ritmiche dei synths e della drum machine, ma soprattutto dalle atmosfere. Il nostro biglietto da visita inizia così, con quel "Mind the gap", laddove il gap è l'elemento di connessione tra realtà e astrazione, tra luogo e non luogo, tra stasi e viaggio. E la forza dell'elettronica tedesca, così come quella belga, sta nella musica come esperienza, come viaggio extra-reale, che gli Stati Uniti, seppure coi loro grandi nomi così ancorati alla realtà, non riescono ad esprimere. E allora lasciamoci cullare in questa "nuova" dimensione, lasciamo che la nostra mente viaggi verso destinazioni sconosciute. La terra vista dalla metropolitana.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Alfa Matrix

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