Lei, la genovese Marcella Garuzzo in arte Neve Su Di Lei cerca la bellezza,e noi con lei l’abbiamo trovata senza fare un passo in più che aprire e ascoltare il suo debutto discografico “Cerco la Bellezza”, dodici tracce di finissimo e primaverile cantautorato, tracce prodotte da Ruben, altra conoscenza di rilievo nel mondo delle belle penne, un disco che è poi una stupenda distrazione poetica, valige da fare o sfatte per approdi e parabole di viaggi e ritorni e tutto in equilibrio sui fili teneri di un poetica intima, rondini sui fili di un telegrafo che aspettano di volare via per abbracciare le rotte della libertà, della vita piena.
Un ascolto languido e
trasognato che lascia subito intuire dove si volge lo sguardo della cantautrice
che prende il nome d’arte da una compagna di Toro Seduto; folkly ad alto tasso emotivo di matrice Susan Vega, la Mitchell, l’armonia calna della DiFranco e tutte quelle visioni sixsteen da Big Sur incontaminato che sciorinano corde acustiche, atmosfere
impalpabili e una voce da adagio romantico che fa vibrare tutte le tonalità dei
tonfi del cuore; un disco che a farci attenzione massima, profuma pure, profuma
di erba mossa di vento di Terra
d’Albione, quel Donovan che
danza tra le Comuni Hippyes del Sussex
e l’istinto aerato di un Nash estasiato,
e lei NSDL è la musa purificatrice che fa sognare, che fa da tramite con la
melodia ourchè questo sogno non venga mai interrotto da un brusco risveglio.
Una chitarra acustica,
archi, autoharp, gingilli ritmici e un plesso solare spalancato sono i
virtuosismi delicati e originali di un ipnotismo senza quell’ a me gli occhi
che fantastica e compensa l’orecchio, anche i Petramante potrebbero essere compresi in queste nuvole batuffolose
che scorrono sottoforma di canzoni, di schegge floreali, il pop-Bollywoodiano
che fa muovere sinuosamente e con l’animo a due metri da terra “Cosa sono io?”,
l’uggioso visto attraverso vetri appannati “Emiliano arriva in un giorno di
pioggia”, il cristallino arpeggio che riga la titletrack, la Mitchell che nuota
nel blu di “L’albero e il folletto” o la leggera saudade appena accennata che
rende “Il segreto dell’oleandro” zona franca dove separasi dal corpo per
intraprendere una verticale infinita, fino a dove non si sa ma infinita di
sicuro.
Si la bellezza e qui
dentro, e da cercare tra le poesie/essenze di questa cantautrice
dell’impalpabile e della sua inestricabile grazia. Ruben, poi, si conferma anche come buongustaio!
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: RPM
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