I The Clever Square sono decisamente abbonati agli ep avendone già registrati quattro prima di Ask The Oracle, il primo ad avere anche una distribuzione fisica grazie alla giovane etichetta Flying Kids Records.
Quattro come i componenti della band, una formazione evolutasi col tempo dal duo originario e ben legata ad un immaginario musicale che pesca da band quali Sebadoh, Guided By Voices e Pavement senza farsi problemi a sbandierare le influenze già nei comunicati stampa.
Il gusto melodico è
sicuramente uno dei punti di forza della band, che nei 10 minuti
scarsi che servono per arrivare ai “titoli di coda” del disco
riescono a centrare un paio di pezzi solari e dall'appeal immediato
come “Jar Of Evil” e “February Is A Lie”, semplici e diretti
con le distorsioni che si sfogano al momento giusto: peccato solo che
la seconda sembri finire sul più bello, 2 minuti scarsi per un brano
che poteva essere sviluppato ulteriormente per aggiungere qualcosa
alla sua carica emotiva. Il lato più orgogliosamente lo-fi della
band viene invece fuori assieme al banjo di “Yawn Parade Of Stings”
e della conclusiva “Imaginary Latex Gloves” tentativi non troppo
convincenti di portare le atmosfere del lontano Ohio nelle nostre
terre in cui le buone impressioni derivano solo dalla strana
commistione coi rumorismi di sottofondo della prima, troppo breve
però nel suo minuto scarso di durata per non sembrare un semplice
divertissement disimpegnato. In mezzo a queste due anime il ritmo
coinvolgente di “Baby's Fun Trip”, in cui più che in altri punti
dell'ep difetta però di personalità la voce di Giacomo D'Attore,
quasi sempre indirizzata su un tono sguaiato che ricorda la
schizofrenia vocale dei Pixies senza avvicinarsi minimamente al
carisma ed agli eccessi di sir Francis Black.
I minuti passati ad
ascoltare Ask The Oracle lasciano un sorriso sulle labbra, e la
capacità di portare una certa gioiosità nell'animo è sicuramente
un merito che non va sottovalutato nel giudicare il lavoro della band
ravennate: altrettanto vero è che di scricchiolii se ne sentono
parecchi, dalla voce non convincente (forse il vero elemento lo-fi
del progetto, e non è detto che non sia voluto) alle atmosfere più
rilassate che finiscono per farsi noiose. Val la pena farsi un'idea
ascoltandoli sul bandcamp dell'etichetta, ma si può fare molto di
meglio.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Flying Kids Records
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