“Perfect Pop Song”. Primo
singolo ed apripista del nuovo album dei Jules Not Jude, band
bresciana dalla spiccata propensione verso il pop rock con qualche
deriva indie di matrice britannica che pesca a piene mani sia dal
passato che dal presente (e suonare al Cavern Club di Liverpool, come
hanno trionfalmente fatto, dovrebbe dare un'idea su alcune delle
ispirazioni), la canzone riesce a rispettare le aspettative create da
un titolo così altisonante dimostrandosi, se non proprio la canzone
pop perfetta, di sicuro un modo molto piacevole e coinvolgente di
deliziare le orecchie per tre minuti. E di aspettative già ne avevo
dopo aver ascoltato qualche anno fa il disco d'esordio e, in tempi
più recenti, il mini Ep Tuesday, bizzarro ma esemplificativo della
voglia della band di percorrere strade nuove. Ora, dopo qualche
cambio di lineup, arriva The Miracle Foundation a cercare di
confermare le ottime premesse messe in mostra.
Dell'inizio, folgorante, si è
detto, e le seguenti “Raise The Hood” e “Orphan” fanno del
loro meglio per non far scemare l'interesse: la prima la butta sul
ritmo e dimostra pienamente come il gruppo si trovi a suo agio anche
quando c'è da far muovere la testa, oltre a far emergere ottime
capacità compositive quando nel finale la tastiera colora di lieve
psichedelia il tutto in maniera assolutamente naturale ed omogenea,
la seconda si apre con una chitarra acida che, presto coadiuvata
dagli altri strumenti, mostra il lato più rock'n'roll dei Jules Not
Jude. Non facile cambiare atmosfera così spesso in pochi minuti
senza far storcere il naso, ma la missione riesce agilmente. Da qui
in avanti però è il lato più rilassato a prendere il sopravvento.
Escludendo la parentesi un poco
più agitata di “Waiting For A Lover When Your Lover Is Another”,
impreziosita nel finale anche dai fiati, i Jules Not Jude si
concentrano sul loro lato più ammaliante, senza però riuscire a
ripetere i fasti della canzone d'apertura. Non che un pezzo come
“Loons”, breve e crepuscolare episodio chitarra e voce, non sia
meritevole di apprezzamenti, ma la seconda parte del disco sembra
perdere per strada parte della freschezza compositiva dimostrata coi
primi brani, e non basta un finale sfarzoso come quello organizzato
nella conclusiva “The Past” a togliere l'impressione che forse si
poteva fare qualcosa di più: “Martha” e “Hazel” passano così
senza sussulti, piacevoli nel loro incedere carezzevole ma incapaci
di attirare l'attenzione più di tanto.
I Jules Not Jude mi avevano
abituato ad un livello alto e The Miracle Foundation fa di tutto per
confermarsi a quegli standard, denotando una cura nei suoni e negli
arrangiamenti da lodare: c'è però qualcosa che non riesce
completamente a funzionare nella mezz'ora scarsa di ascolto che la
band ci regala, come se le suggestioni lasciate dai primi pezzi non
siano poi raccolte in maniera adeguata dai restanti brani. Piacevole,
accattivante, ma meno folgorante di quanto ascoltato in precedenza.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Urtovox Records
0 comments:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.