Ancora ingabbiati nel mood di fine anno e con l’aria viziata
dei consuntivi che impregna ancora le nostre stanze, l’album d’esordio dei romagnoli
Lantern è il taglio del nastro che recide e sancisce l’anno venturo ancora
ammantato dall’aura di un miraggio offuscato.
Seguito di “Noicomete”, EP autoprodotto affacciatosi dalla balconata di un fiorente revival screamo durante l’estate del 2012, “Diavoleria” riveste l’ansiogeno ruolo di famigerato debutto in maniera concettuale, piuttosto che sul versante di mero minutaggio terreno.
Voto: ◆◆◆◆◆
Seguito di “Noicomete”, EP autoprodotto affacciatosi dalla balconata di un fiorente revival screamo durante l’estate del 2012, “Diavoleria” riveste l’ansiogeno ruolo di famigerato debutto in maniera concettuale, piuttosto che sul versante di mero minutaggio terreno.
Se alla durata lorda di 20 minuti scarsi si sottraggono al
netto di quasi 5 minuti di estratti audio tratti dal film di Woody Allen “Crimini
e misfatti”, rimangono 15 minuti serrati di hardcore duro e puro (come già
anticipato, l’aria di rendiconti e bilanci è ancora nelle nubi di CO2 che
respiriamo ogni giorno).
“Diavoleria” possiede, per l’appunto, questa duplice forma
di EP dall’atteggiamento maturo di un LP, presentandosi come un vero e proprio
mini concept esistenziale che sgrana pillole velocissime di lezioni di vita
quotidiana (la citazione Distante scalpitava dietro l’angolo in attesa di
palesarsi), a suon di hardcore/screamo serrato e quanto mai, da questi lidi
adriatici, così compatto e dritto ai punti deboli di ogni potenziale
ascoltatore.
Spolverando il “momento lacrimuccia” che fa sempre alzare l’audience
nella patta, la citazione dei Distanti è voluta proprio per comprendere a pieno
la caratteristica pregnante di “Diavoleria”: “Mamba nero”, ultimo iato della
band forlivese, condivide lo stesso vezzo artistico di EP che tende ad ambire
alla sostanza di un LP, centrando il proprio obiettivo senza sforzi eccessivi.
Minima spesa, massima resa.
A discapito, dunque, della fulminea durata di “Diavoleria”,
la carne imbastista sul fuoco dei Lantern è tanta e pregna di vita pulsante. Attraverso
staffilate hardc(u)ore d’assalto (“Inferno a rotta di collo”), crollano
viscerali estratti di vita e morte (“Antonio”), nostalgie canaglie (“Siberia”)
e probabilmente il miglior studio antropologico sull’universo femminile (“Il
segreto delle ragazze”) che possiate trovare in giro, perfettamente riassunto
in questa frase d’impatto immediato e privo di orpelli interpretativi: “Il
segreto delle ragazze, il sangue”.
Così via verso l’uno-due finale aleggiante tra echi di Raein
(“L’invincibile S50”) e affinità&divergenze con i rosei blacksters Deafheaven (“Profeta”), l’esordio
ufficiale dei Lantern è un concentrato di profondità concettuale e musicale,
velocemente assimilabile senza le controindicazioni fugaci che la rete ormai
impone in maniera endemica.
Leggi qui la nostra intervista ai Lantern.
Label: V4V/Fallodischi/ Flying Kids Records
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