martedì 4 marzo 2014

The Plastic Man - EP (Recensione)

I Kinks sono allineati nell’ultima fila della libreria in salotto, schierati con Love, Tomorrow, 13th Floor Elevator, Zombies. In alto nel corridoio riposano momentaneamente Dream Syndicate, Milkshakes, Opal, mentre sul pavimento della mia stanza giacciono Spacemen 3, Ty Segall, Wooden Shjips e la cricca Sacred Bones, a guardare l’andirivieni di Oh Sees e Kula Shaker dalla record box. Evidentemente sono anch’io inconsapevolmente affetta da retromania cronica, da un virus passatista che dimostra la sua virulenza tra la popolazione a intervalli più o meno regolari di vent’anni.
Ma questa “ossessione del passato che sembra permeare la cultura pop contemporanea” non è solo l’esito prefigurato da Simon Reynolds del reiterato shuffle digitale o del collezionismo museale; è in questo caso l’affermazione di un’inguaribile monomania, una fascinazione irresistibile per un suono desueto e insieme l’ossessione fanatica – al limite della mono-tonia – per un immaginario circoscritto a una precisa temperie musicale e culturale. Così, tra nuggets, pebbles e detriti di varia natura, i Plastic Man da Firenze ammettono senza riserve il proprio debito, sin dal nome mutuato dalla band di Ray Davies. "He Didn’t Know" esordisce con un riff zuccheroso e insistente, che sa sospendersi in attese improvvise prive di tensione; l’acida "Trap", sebbene non eguagli la malvagità del cavernoso garage di John Dwyer, tuttavia inietta oscuri fluidi lisergici che serpeggiano sullo straniato dondolio ritmico. Il maleficio è stemperato dalla sghemba "Light and Dark", la cui asciutta melodia dirada gli incubi foschi per aprire fantasmagorie ben più caleidoscopiche; Atlantis chiude l’EP con un classico fluttuare piacevolmente innocuo.
In qualche misura condivido la diffidente lungimiranza di Reynolds, e inizio a sospettare che, prima o poi, verremo soffocati da questa coltre di distorsioni, echi, saturazioni e riff ipnotici; che insomma il mondo finirà not with a bang, but with a reverb. 

Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Teen Sound Records

1 comments:

Massimo del Pozzo ha detto...

The World will definitely end with a reverb.

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