venerdì 3 febbraio 2012

Grimoon - Le Dèserteur (Recensione)

Grimoon - Le DèserteurCambiare per non restare fissi, stravolgersi per fare uscire più onde creative. Questo devono essersi posti come scopo primario gli italo-francesi Grimoon prima di disegnare il cerchio musicale che stringe questo buon “Le Dèserteur”, un trentaquattro minuti d’impronte nuove sopra un percorso che va oltre lo spirito cinematico ed impressionista alla francese cui ci avevano svezzato con cura, ora – nel mezzo di questo nuovo lavoro - c’è di mezzo un oceano di risacche e rumors che risalgono fino al boschivo Nord-America, terra di sogni, echi e respiri immaginifici, odori di legno ed istantanee che sembrano uscire dalla tuba profonda di Arcade Fire come da sospensioni ariose che salgono in un lassù composto e gradevole. C’è gente che fa un disco solamente quando ne sente davvero la necessità, e questo è il “vizio” perfetto dal quale i Grimoon fanno di tutto per non toglierselo di dosso, seguitano a dare lezioni di poesia riuscendo a cambiare anche partenza e destinazione trasmettendo suoni e parole insostituibili per stare bene ascoltando musica, grandi musicisti underground galantuomini sopravvissuti ad un’epoca malata e con poca farina nelle sacche inventive; il disco vive dentro un’aria fine e salutare, d’altezze cronometriche di pregio, quel pathos Americano e sconfinato che si respira a quattro narici nelle vocalità miste, nell’ancoraggio di timbriche che vestono a festa lieve la tracklist intera e dentro l’occhio particolare di una visione aperta e concreta, fuori dei tatticismi eco-sensoriali o di tendenza spicciola. Pop, qualche allucinazione e un pizzico di folk accennato sono i sali basici che Le Deserteur spande lungo tutto il suo passaggio, fluido e balsamico che se da una parte può sembrare omaggiare i sodali Black Heart Procession tra le volte annuvolate di “Les dacmos du passac” , dall’altra è un tutt’uno con i grandi voli Parsifaliani maestosi “La montagne noire”, “Monument aux deserteurs”, sfruttando i caldi collanti armoniosi “Draw on my eyes” e gonfiando l’estasi di questo “passaggio Canadese” con lo spirito fitto di “Souvenirs”. Si, ora i Grimoon hanno l’anima più leggera e cantata, un modo di dire, un paragone che orecchie puntate sull’eccellenza non si faranno sfuggire di certo se si cercano belle cose da far girare nello stereo.

Voto: ◆◆◆
Label: Macaco Records

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