sabato 12 maggio 2012

Pure – Love after the end of the world (Recensione)

Epica, anni Ottanta, voli pindarici, universi arredati da una sensibilità wave; tutti ingredienti che fanno parte del bagaglio musicale dei romani Pure qui con l’esordio “Love after the end of the world”, un disco che mostra molto coraggio nell’osare una “cosa di suono” fuori dalle logiche d’ascolto odierne, ma appunto per questo apprezzabile e generoso per uno stile che ha dato molto nelle decadi passate e che i nostri riportano all’ascolto come a ribadire che la centralità pop-rock di estrazione lounge-wave è sempre pulsante, illimitata.
Undici tracce che raccontano – in maniera onirico reale – il finisterre del mondo, di tutte le sue logiche, il rifiuto di esserne inquilino e la voglia ancestrale di rinascere altra cosa, in un susseguirsi di scalpiccii progressive, ariosi, di alta verticale vocale e d’insieme, cose di suono che se scoraggiano fruitori indie last minute, di sicuro appassioneranno vecchi ed incalliti estimatori del genere, specie nella voce che ricorda molto – in certi frangenti -  Demis Roussos degli Aphrodite’s Child Across this time”; disco di buone intenzioni, molto retrò, ma di buoni accrediti, quasi innocente davanti alle falangi amplificate che scorrazzano ovunque, ben suonato e con gli angeli Depeche Mode tra i santi protettori di tutto, di questo lotto appassionato e sentito che volteggia nell’amniotico “The light”, si droga di psichedelica raffinata “Escape”, esplode distorto e lancinante “Tears”.
La wave profonda si annuncia in “Fireflies” in tutta la sua compattezza imbronciata e agra che si spoglia di tutti gli ammennicoli per rinascere di luce propria, di aria pura corale “New world” e di bellezza dentro una chitarra acustica che in “Prologue” si mette in relazione con un caleidoscopio di sensazioni  che sono magnificamente incapaci di allacciarsi e risolversi nella realtà in questo mondo, in questa terra altra che i Pure accentuano nel loro concept, che sebbene sia solamente il loro primo passo verso il grande ascolto, è già una buona conferma. Un viaggio a tempo nel tempo da prenotare.

Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Bulbartworks  



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