La nuova "scena" indie italiana,
abbandonati i quasi insopportabili sintetizzatori che me l'avevano fatta
odiare, sembra riappropriarsi dello spirito più aggressivo ed emotivo del rock.
In tempi di crisi, come quelli che stiamo vivendo, è normale che i soggetti più
deboli, quelli refrattari al qualunquismo dilagante, e più propensi
all'introspezione, si decidano a dare un senso alle proprie disgrazie
quotidiane trascrivendole in musica, una musica aggressiva, feroce che arriva
dal cuore e viene forgiata dai propri muscoli.
I Nient'Altro Che Macerie sono un
esempio lampante del ritrovato bisogno di dare una forma alle proprie paure e
alle proprie personali disperazioni.
Musicalmente la band milanese si muove su
coordinate bene precise, l'indie rock americano anni '90 dei Dinosaur Jr il
punk trasmutato dei Nirvana, il post hardcore dei Drive Like Jehu e degli
Unwound. Il tutto viene tritato assieme e rivisto da tre giovani menti con i
piedi ben piantati nel 2012. Si perchè il 2012 è il 1994, lo sanno tutti.
Il disco si apre con "Respira" un
riff furioso che si scioglie in un arpeggio "emo" doloroso.
Musicalmente il pezzo regge e anzi è di forte impatto, ma sin dal primo ascolto possiamo accorgerci come il lavore dei tre dovrà, in futuro, concentrarsi sul
cantato, spesso fuori fuoco e in alcuni passaggi abbastanza fastidioso,.
"Illusioni" è un esercizio in stile Raein ma senza lo spessore, e il mestiere, di Console. Vizio non lascia traccia, mentre Niente si guadagna una
bella sufficienza con i suoi riff aggressivi e un testo finalmente all'altezza.
La conclusiva "Tu Chi Sei?"" è un bel pezzo a metà strada tra Massimo
Volume, i Cap 'n jazz e i primi Verdena. Ecco, i Verdena, 15 anni fa facevano
più o meno questa roba qui, ma la bella pensata di definirli i "Nirvana
italiani" ne ha smontato il senso critico, erano ragazzini che facevano
proprio un sentire lontano, elaboravano musica mettendo assieme vari aspetti
della propria vita e le proprie passioni. Io ultimamente li sento ovunque quei Verdena li, non quelli dell'avvenuta beatificazione battistiana.
Tornando ai Nient'Altro Che Macerie; un lavoro
interlucutorio, un'identità personale che resta abbastanza nascosta e che in
futuro non avrà difficoltà ad imporsi sulle influenze. Altro discorso meritano
i testi, ancora troppo adolescenziali, buttati a volte a caso e mai del tutto
contestualizzati musicalmente e il cantato colpevolmente troppo molle
per chitarre così intense.
C'è da crescere e c'è da star certi che lo
faranno.
Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Autoproduzione
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