mercoledì 5 dicembre 2012

Il Carico Dei Suoni Sospesi - Non Pratico Vandalismo (Recensione)

Avete mai visto Fight Club? Sì? Come no?!?!?! Andatevelo a vedere e poi tornate a leggervi queste righe che non sapete cosa vi siete persi (magari recuperatevi anche il libro se siete veramente diligenti, che Palahniuk adesso di libri così non ne scrive più), anche gli Il Carico Dei Suoni Sospesi sarebbero d'accordo visto che alcuni dei dialoghi del film vengono messi interamente (la quarta traccia) o inseriti nel più ampio contesto di un brano (“L'Età Dell'Ansia”), e che come nel suddetto capolavoro di David Fincher la critica alla società contemporanea è tema centrale dell'intera opera.
Secondo album questo per la band fiorentina, sicuramente caratterizzato dalla varietà stilistica: partendo da una base crossover che rimane il tappeto sonoro prediletto per il resto si spazia fra funk (tanto), grunge, momenti elettronici e pure un pezzo drum'n'bass. Roba da far venire l'acquolina alla bocca, soprattutto ai nostalgici del movimento nu metal di fine anni 90-inizi anni 2000 con cui sonoricamente Non Pratico Vandalismo si confronta direttamente, ma la realtà è meno brillante della presentazione.

Innanzitutto la polemica sociale non convince, troppo stucchevole per colpire duro nella pancia e mal supportata da un cantato che a volte perde la tangente e si butta in soliloqui simil-recitati di dubbio gusto (la subsonichiana “Mondo Reale” su tutte, ma pure in “Sacha Denz” non si scherza), anche se va dato merito di affrontare anche temi scomodi come la bulimia-anoressia in “Di-Gestione”, piagata purtroppo da una pausa oltre metà pezzo mal amalgamata musicalmente con la carica rock del resto del brano. La commistione di stili è poi solo accennata, visto che perlopiù ogni genere trova uno sfogo a sé in alcuni brani, come il funky di “Libri”, ibridato solo nel concitato finale, o il drum'n'bass di “Tesla D'n'B”, esplicita già dal titolo, brani che migliorano sì la varietà del prodotto ma che sembrano più compiti portati tecnicamente a buon fine che parti di vera ispirazione personale: “Pensieri Tossici & Fiori Di Bach” è un emblema dello spreco di questa ibridazione, visto che da una matrice post grunge/nu metal vira decisamente al funky dopo meno di metà del pezzo per non ritornare mai più sui suoi passi e continuare su una strada che può risultare interessante solo agli appassionati di jam session infinite. Il mix sembra riuscire meglio in “MDMA (Carne Trita)”, complicata fin troppo ma decisamente risollevata da ritornelli al fulmicotone, o in “Pseudocattolica” (pure lei non immune dall'immancabile, seppur breve, rallentamento finale), mentre la tendenza a stupire gioca un brutto scherzo a “Condizionata”, brano rock semplice ma d'impatto che viene incupito e rallentato all'inverosimile all'improvviso senza che se ne riesca a cogliere un motivo valido: meglio allora limitarsi a seguire la corrente come fanno nella malinconica e tranquilla “Re-Nata”, dove anche i violini contribuiscono a creare un'atmosfera coesa che si fatica a trovare altrove nei 18 brani del disco, compresi intro-outro e citazioni cinematografiche varie (pure Trainspotting è omaggiato nel finale).
Un disco tecnicamente valido ma dall'ispirazione altalenante, piagato da una tendenza a complicare le cose più di quanto è necessario qua e là, scelta che fra l'altro non giova a risollevare il brano probabilmente peggiore del lotto, “Aerfect” dalla noia ripetitiva che gli grava addosso come una cappa: semplicemente per un minuto abbondante il brano noioso che stavamo ascoltando si trasforma in un altro brano noioso prima di tornare sui suoi passi.

Il fatto di recuperare sonorità abbastanza retrò può essere un pregio od un difetto a seconda dell'ascoltatore e su cui preferisco non esprimermi, perchè non è certo questo il particolare che rende la seconda prova discografica degli Il Carico Dei Suoni Sospesi difficilmente digeribile presa tutta assieme e poco stimolante anche a piccole dosi: asciugare, ragazzi, asciugare e lavorare di sintesi.

Voto: ◆◆
Label: Autoproduzione


2 comments:

Anonimo ha detto...

no no..... non sintetizzate ... c'è già troppa gente che lo fa!!!! smettiamola di vedere come qualità la categorizzazione in generi... l'italia è il terzo mondo della musica per colpa di questo tipo di visioni!!!

disco incredibile!!!

FickyIZ ha detto...

No beh la mia critica non voleva essere "sceglietevi un genere e fate quello", più ascolto qualcosa di indefinibile più son contento. Mi è sembrato solamente che ci fossero troppe cose messe a forza: non tutto quello che si vorrebbe dire deve per forza essere detto, mettiamola così. Volevo giusto fare questo appunto per non far travisare la mia critica, poi sul non essere d'accordo capisco assolutamente che manco io c'ho la verità in tasca! ;-)

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Licenza Creative Commons

 
© 2011-2013 Stordisco_blog Theme Design by New WP Themes | Bloggerized by Lasantha - Premiumbloggertemplates.com | Questo blog non è una testata giornalistica Ÿ