Siamo al centro delle Strade Blu delle grande piazze della
vita, siamo lungo i sentieri mai disegnati che ci conducono nella poesia rurale
e “americana” di Cormac Mc Carthy e
ai bordi degli sterrati Altmaniani
dei profondi rimpianti old-stile che Brett
e Rennie Sparks spalmano sulle curbe dolci di ballate senza tempo e
anagrafe, dodici tratteggi di sole e luna che non fanno mai ombra se non quella
di una malinconia per cose migliori o per non avere la voglia di cambiare: musica
per cuori aperti e amori distanti, melodie “da viaggio” che istigano a sognare
ad occhi aperti con la tracotanza dei bambini al loro primo percorso di vita,
poi tex-mex, chitarre sliddate pacificamente, l’onirico traspeggio di un Hiatt che bazzica un po’ ovunque e Young che fa da contraltare e tutta la
meraviglia del Mid-West dei campi di watermelon e mais a perdita d’occhio.
Folk e sospiri per un
ascolto a presa rapida, un battere il piede a ritmo delle sdolcinate ballate
“Lizard”, “Octopus”, il banjo squillante in “Woodpecker”, l’ubriacatura marcata
e duettata da vecchio west “Spider”, una
raccolta di storie popolari e vecchie maledizioni da fattoria che ancora si
rincorrono nelle notti dei ricordi di provincia, antiche fole che si raccontano intorno a falò
che fanno rabbrividire bimbi e sorridere anziani, ballate come “Frogs”, “Eels”
o “Glow Worm” sono le esperienze sonore e color seppia che gli The Handsome
Family, nella loro intatta poetica polverosa, ancora trasmettono con un fare
sopra la storia contemporanea, fregandosene delle mode preferendo rimanere in
una dimensione – la dimensione – delle cose vive e sonanti che più invecchiano
e più prendono valore, come un vino
o un gioiello di famiglia,
vincendo sempre alla faccia di tutto e tutti. Grandi!
Voto: ◆◆◆◆◇
Label: Carrot Top
Records
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